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“La fine del conflitto basco ci sarà solo sotto il socialismo, con la garanzia del diritto di auto-determinazione e l’amnistia totale per i prigionieri”

cjc-pcpe-gkkAnche quest’anno, il prossimo sabato 12 gennaio, le strade di Bilbao saranno inondate da decine di migliaia di persone chiedendo allo stato francese e allo stato spagnolo, l’adempimento delle loro leggi penitenziarie. A queste rivendicazioni si sono unite le seguenti forze politiche Ezker Batua, Aralar, Euskal Komunistak – PCPE, Alternatiba, Sortu, Eusko Ekintza, Eusko Alkartasuna, Gorripidea e Antikapitalistak. Inoltre, decine di soggetti sociali e sindacati hanno aderito perciò ci si aspetta che la manifestazione abbia successo.

LMO intervista Markel Perez, responsabile per l’organizzazione dei GKK-CJC, per discutere sull’attuale situazione politica che si vive in Euskal Herria.

1 -. Quali sono le richieste e gli obiettivi della manifestazione del 12?

Le richieste che fa Herrira non sono altro che il rispetto dei diritti umani che spettano ai prigionieri e prigioniere baschi, avvicinare tutto il popolo basco ai prigionieri e prigioniere, liberare i prigionieri e prigioniere con gravi infermità, porre fine al prolungamento delle pene e l’abrogazione delle misure che comportano l’ergastolo.

Da sempre come CJC-GKK abbiamo manifestato la nostra solidarietà e il nostro legame con gli esiliati e esiliate, con i prigionieri politici baschi e le loro famiglie. Anche in questa occasione non saremo da meno, unendoci alle richieste della convocazione del 12 gennaio, che sono semplicemente l’adempiendo delle loro leggi penitenziarie imposte dalla borghesia e che non dovrebbero nemmeno esser richieste. Pertanto, la nostra richiesta per questa manifestazione del 12 gennaio è l’amnistia totale con tutto ciò che essa comporta, libertà per tutti i prigionieri e prigioniere baschi, ritorno degli esiliati e esiliate alle loro case, che nessuno possa essere nuovamente arrestato per la propria attività politica e la dissoluzione dei corpi di sicurezza dello Stato sostituendoli con corpi di sicurezza cittadina dipendenti dal Governo Basco.

2. – Il PNV e il PSOE non saranno presenti alla manifestazione, ma richiama particolarmente l’attenzione l’assenza del Ezker Anitza (IU) … a cosa pensi che sia dovuta?

Interpreto che Ezker Anitza (IU), dopo aver subito la scissione di Alternatiba e di Ezker Batua, si è ritrovata senza un settore importante che sosteneva tali rivendicazioni di carattere nazionale. Questa loro decisione mette in evidenza chiaramente il loro poco interesse per la questione nazionale basca. Eppure, nonostante che Ezker Anitza non abbia aderito, credo che una parte della loro base sarà presente alla manifestazione allo stesso modo che parteciperanno alcuni delle basi del PNV.

3. – Qual è la posizione politica dei GKK / CJC per la soluzione del conflitto basco?

Il conflitto basco è iniziato per l’oppressione nazionale e di classe sofferta dal popolo basco nel franchismo. Per tanto, il conflitto basco sarà risolto soltanto quando la classe operaia e i settori popolari saranno veramente liberi, indipendentemente dal fatto che vi sia la fine della lotta armata o meno. La fine del conflitto ci sarà solo sotto il socialismo, con la garanzia del diritto di auto-determinazione e la piena amnistia per tutti e tutte i prigionieri/e.

4. – E’ stato annunciato lo scioglimento del Batasuna, i documenti del Sortu hanno sollevato un polverone sulla proposta di indipendenza dalla Spagna ma rimanendo nell’UE, ciò ha potuto provocare una spaccatura al suo interno. Cosa sta succedendo all’interno dell’ iA?

E’ una domanda un po’ complicata, in quanto c’è ancora bisogno di tempo per vedere dove andrà a finire tutto questo. Ma le notizie che ci giungono a questo proposito, non penso che siano positive per tutti coloro che lottiamo per il socialismo.

Come lei ha ben detto, i documenti del Sortu rendono ben chiaro che la loro proposta è per una Europa sociale e dei popoli. Una Europa basata sulla sovranità dei popoli, puntando su un Euskal Herria come stato riconosciuto all’interno dell’Unione Europea. Una volta in essa, pensano di modificare radicalmente il carattere attuale dell’UE o anche in un futuro dare al popolo la possibilità di scegliere se si vuole rimanere nell’Unione Europa oppure no. Questo discorso sull’Unione Europea è molto simile a quello proposto da Syriza nel tour che fece qualche mese fa per lo Stato Spagnolo.

Su Eusko Ekintza (scissione del Sortu), è ancora presto per esprimersi, ma già ci sono alcuni indizi. Il fallimento di Ezkerretik Bilduz, la dissoluzione del Batasuna e la quantità di militanti della Izquierda Abertzale critici verso i documenti avanzati dal Sortu, hanno portato alla creazione di questo nuovo partito politico che anch’esso al momento mira a integrarsi nel Bildu. Il tempo ci dirà se Eusko Ekintza è un partito politico serio realmente impegnato con la lotta per il socialismo o è solo un altro strumento del Sortu per tenere sotto controllo i disillusi dalla direzione intrapresa negli ultimi anni dall’Izquierda Abertzale.

Pertanto, potremmo affermare, che la scommessa che fa Sortu in questo momento è quella di raggiungere l’indipendenza ad ogni costo e in qualsiasi maniera, eta gero gerokoak … (e poi si vedrà …). Questo è il motivo principale per cui esiste Bildu, un polo sovranista interclassista creato per cercare di raggiungere l’indipendenza attraverso la via democratica e senza guardare a chi sia l’alleato tattico, è per questo che anche Bildu ai suoi tempi presentò una proposta al PNV per far parte della coalizione.

5. – In che momento si trova il movimento comunista in Euskal Herria?

La vittoria della controrivoluzione in URSS, è stato un duro colpo per tutti i comunisti e ha avuto una forte ripercussione anche in Euskal Herria. In precedenza, abbiamo vissuto episodi molto difficili quando l’eurocomunismo nel PCE, era già una realtà. Eppure, ad un congresso di unità dei comunisti, si creò il PC, che in seguito divenne il PCPE, esso ha continuato a puntare sul marxismo leninismo come corrente ideologica e venne riconosciuto dal PCUS come suo punto di riferimento nello Stato Spagnolo. Nella sinistra nazionalista, l’eurocomunismo invece non fece ammaccature, così che nel 1977 venne creato un partito rivoluzionario la cui corrente ideologica era anch’essa il Marxismo Leninismo. Alla fine degli anni ’80 ci fu l’avvicinamento tra il PCPE e HASI di fronte a un processo di unità, ma che alla fine non si realizzò. In seguito alla sconfitta storica che abbiamo subito come Comunisti e dopo le varie dispute interne nel MLNV, HASI scomparse nel 1992, e anche se il PCPE continuò nella lotta, l’organizzazione fu realmente indebolita.

Dai primi anni ’90 fino ad oggi, si potrebbe dire che non c’è stato alcun partito comunista nei Paesi Baschi. Ci sono stati molti tentativi, ma questi hanno fallito. Pertanto, l’obiettivo che abbiamo come comunisti per il futuro è quello della ricostruzione del partito.

Per fare questo, come GKK-CJC iniziamo ad entrare in contatto con i diversi distaccamenti comunisti di Euskal Herria che puntano alla creazione del partito, con l’obiettivo di cercare quei punti in comune che dobbiamo affrontare per conseguire uno sviluppo congiunto della pratica politica e della militanza. E oggi più che mai, i comunisti devono esser organizzati in ogni quartiere, in ogni luogo di studio e in ogni luogo di lavoro. L’unità d’azione intorno alla partecipazione ai fronti di massa sarà la chiave per la ricostruzione del partito in futuro.

Sono finiti i giorni della resistenza, nei quali ci dicevano che il comunismo aveva fallito, nei quali ci dicevano che ci saremmo dissolti, quando si aveva paura di uscire dalle nostre sedi con la bandiera comunista e anche è finita l’era di teorizzare nelle nostre sedi senza elevare la nostra teoria in pratica. Come ha detto Carmelo Suárez all’incontro internazionale di Madrid, quando trionfò la controrivoluzione in URSS, i comunisti scavarono una profonda trincea, ci siamo fatti forza lì, ben rafforzati in trincea ci siamo detti che da quella trincea saremmo usciti solo per andare avanti e MAI indietro. I comunisti nei Paesi Baschi adesso sono all’offensiva! O loro o noi, si preparino!

6. -Unione delle Repubbliche Socialiste di Spagna, o Repubblica Socialista di Euskal Herria?

Come già detto prima, Euskal Herria soffre una doppia oppressione, nazionale e di classe. Pertanto, il nostro obiettivo attualmente deve essere quello di lottare contro questa doppia oppressione che sta subendo la classe operaia e i settori popolari di Euskal Herria.

Come GKK-CJC lo abbiamo chiaro, il nostro obiettivo strategico è la costruzione di una repubblica socialista di carattere confederale, con l’unione libera di tutti i popoli e nazioni che lo desiderano, dando loro il diritto di auto-determinazione e appoggiando qualunque sia il risultato, incluso quello della separazione. In ogni caso, il partito non si schiererà a favore di un progetto che danneggia la classe operaia nel suo insieme. Rispetterà e appoggerà il risultato ottenuto nel referendum.

A mio parere, la chiave sta nella seguente domanda. In una Repubblica Socialista Spagnola di carattere confederale, continuerà il popolo basco a soffrire l’oppressione nazionale?

Ciò che è chiaro è che bisogna analizzare il contesto in cui si verifica, visto che in una Repubblica Socialista Spagnola, Iparralde potrebbe continuare a subire l’oppressione nazionale e di classe dello Stato borghese Francese. Pertanto, capisco che è di vitale importanza rafforzare il movimento comunista internazionale e in particolare migliorare le relazioni internazionali con i partiti comunisti francesi. Il PCPE già lo sta facendo come prova il Meeting Internazionale del 15 dicembre a Madrid al quale hanno partecipato il PRCF e l’URCF.

7 -. Quali sono le linee strategiche del GKK / CJC per il futuro?

Nei tempi della crisi strutturale del capitalismo che viviamo, la borghesia (sia centrale e che basca) è diventata completamente reazionaria e parassitaria, per cui non possiamo depositare in essa alcuna speranza nel conseguimento dei nostri obiettivi strategici. Sarebbe un grosso errore e peccato di innocenza, se pensassimo che l’alleanza con queste forze borghesi (pur fortemente nazionali che siano) faciliterà la liberazione sociale e nazionale del nostro popolo, cioè il socialismo, la garanzia del diritto di auto-determinazione e l’amnistia totale.

Come GKK-CJC ribadiamo che l’unica soluzione per la classe operaia basca sarà raggiunta con la mobilitazione operaia e popolare e all’organizzazione della classe operaia intorno al partito d’avanguardia, inoltre, ribadiamo che in nessun modo questo sarà possibile con la capitolazione e la subordinazione agli interessi stranieri del nostro popolo e della nostra classe.

(tradoto da http://www.lamanchaobrera.es/)

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