Il KNE è la Gioventù Comunista di Grecia con la quale il Fronte della Gioventù Comunista ha costruito nei primi mesi di attività un solido legame fondato sull’affinità delle linee politiche, a partire dall’opposizione all’Unione Europea, alla Nato e all’imperialismo, una fratellanza questa che si è concretizzata in diverse iniziative in collaborazione con i loro militanti in Italia. Una nostra delegazione ha partecipato alla loro festa nazionale ad Atene nel settembre del 2012. In occasione del I Congresso Nazionale del Fronte della Gioventù Comunista, i compagni Petros Kipouropoulos e Tassos Galanopoulos hanno partecipato con il loro prezioso contributo di analisi, di cui la redazione di Senza Tregua ha raccolto i punti salienti nell’intervista qui riportata.
Qual è la situazione sociale in Grecia in questo periodo post-elettorale?
La situazione sociale peggiora e la classe dei lavoratori è sempre più in sofferenza: i contratti nazionali stanno cadendo e la disoccupazione continua ad aumentare. Per i giovani l’aspettativa di vita si ridimensiona. È una fase che contribuisce allo sviluppo del capitalismo, tanto che se ne parla come una condizione necessaria. È piuttosto frequente che la distruzione della classe operaia sia considerata inevitabile.
Quali risposte politiche arrivano?
Ci sono due correnti principali con due diversi progetti parimenti pericolosi: una è la politica ufficiale del governo, che sul pretesto di un nuovo clima si è fatta più dura, legalista e securitaria. La repressione si è fatta più intensa: gli scioperi sono stati resi illegali, e recentemente sono stati arrestati 35 militanti del PAME. È in questo modo di pensare che si iscrive il successo di Alba Dorata, che come il più tradizionale dei fascismi è nient’altro che il braccio armato dei padroni. La formula secondo cui “occorre più rispetto della legge” è per noi un attacco alle coscienze dei lavoratori. L’altra corrente, ben rappresentata da Syriza, è quella orientata verso il cambio di governo, in vista cioè di un nuovo bipolarismo. Naturalmente, entrare nel livello della gestione comporta eccessivi compromessi, vale a dire rinunciare a molte battaglie politiche – la tendenza è quella di accordarsi con la borghesia. Così, per i comunisti è difficile dialogare con una sinistra così impostata, anche con le sue correnti più sensibili socialmente.
In che condizioni si trovano gli studenti greci?
Sono stati imposti tagli sempre più decisivi all’istruzione pubblica: le famiglie sono in serie difficoltà e (dato piuttosto grave) gli abbandoni crescono. La fase è più dura, e al tempo stesso riassuntiva, per gli istituti tecnici, perché anticipano la situazione che si presenterà nell’intero sistema scolastico: un’istruzione completamente condizionata dalle imposizioni del mercato. Anche l’università si trova a dover affrontare dei tagli estremi, che spesso colpiscono direttamente l’offerta formativa. In questo modo peggiora direttamente la qualità dell’istruzione. Si registrano numerosi casi di chiusura delle facoltà, che si traduce in un discrimine geografico fra gli studenti. L’impegno degli studenti comunisti è da rafforzare.