da Redazione.
Nonostante la censura dei media, il messaggio sta passando lì dove deve passare: nelle scuole. La lotta contro la scuola di classe diventa giorno dopo giorno il vero conduttore delle rivendicazioni studentesche. Per anni abbiamo assistito a tagli sistematici all’istruzione pubblica, e ancora oggi il governo Letta, lungi dall’aver rifinanziato le scuole, come viene detto, si è semplicemente limitato a reintrodurre una parte (minima) dei finanziamenti che secondo la programmazione pluriennale dovevano essere tagliati.
Questa condizione di tagli permanenti ha spinto le scuole a rifarsi sulle famiglie, attraverso l’aumento dei contributi per l’iscrizione, divenuti vere e proprie forme di tassazione, per giunta senza adeguamento proporzionale al reddito. Una tassa regressiva dunque, che colpisce le famiglie sull’iscrizione dei propri figli alla scuola pubblica, che dovrebbe essere gratuita. L’Italia è l’unico paese in cui si paga la scuola due volte: attraverso la fiscalità generale, e con la tassazione (nella forma dei contributi) su chi iscrive a scuola i propri figli.
Anche quest’anno il costo dei libri di testo è aumentato, divenendo in molti casi insostenibile; le esenzioni sistematicamente diminuite, a causa dei tagli imposti agli enti locali dal patto di stabilità. A questo va aggiunta la prospettiva futura, in un momento di forte crisi economica. Così alla fine tutti gli indicatori statistici dimostrano che la stragrande maggioranza delle famiglie è costretta a scegliere l’iscrizione per i propri figli sulla base delle possibilità economiche e non per le aspirazioni dei futuri studenti. Una scelta che a 14 anni segna il futuro di migliaia di ragazzi. La prospettiva di finanziare le scuole sulla base dei risultati, attraverso la valutazione dell’Invalsi, se venisse confermata, porterebbe ad una ulteriore divaricazione del livello da scuola a scuola, a tutto vantaggio dell’istruzione privata.
Cresce dunque una nuova consapevolezza tra gli studenti. Un’idea di protesta che parte dalla condizione economica e che rivendica un modello di scuola differente. Una scuola pubblica, gratuita, realmente accessibile a tutti indipendentemente dalle condizioni economiche. Con questo messaggio sono scesi in tante città italiane moltissimi studenti, costituendo prime forme di coordinamenti locali che rivendicano apertamente la lotta alla scuola di classe come obiettivo principale. Una lotta che si allarga alla rivendicazione di trasporti gratuiti, proprio mentre gli enti locali, stretti dai vincoli nazionali ed europei, alzano il costo dei biglietti del trasporto pubblico, diminuendo o sopprimendo le agevolazioni previste per gli studenti.
La lotta contro la scuola di classe, diventa di massa.