Alex Autiero*
Ci hanno cresciuto in una società nella quale il tempo è denaro, e allora perché perderlo? Siamo ad aprile e ormai l’esame di stato è un chiodo fisso per molti maturandi 2014, o meglio dovrebbe; già perché (giusto per complicarci un po’ la vita) un numero non indifferente di Università italiane ha avuto la brillante idea di programmare i test d’ammissione proprio in questo periodo: così impegnativo, faticoso e ricco di cose ancora da fare. Si parte martedì 8 aprile con Medicina-Odontoiatria, mercoledì 9 tocca agli aspiranti veterinari, giovedì 10 per i futuri architetti; il 9 maggio per la facoltà di Economia in Inglese a Bologna e sempre nel capoluogo emiliano si terranno il 29 maggio i test per psicologia. Questi sono solo una parte.
Non sembra una novità che lo Stato al posto di agevolare le persone, le faccia remare contro corrente; eppure in questo caso si tratta di una vera e propria ingiustizia verso il futuro della nostra nazione. E’ letteralmente un “campo minato” ciò verso cui gli studenti rischiano di andare incontro poiché mentre da una parte si cerca di rimanere al passo con le lezioni e di studiare per eventuali interrogazioni o verifiche dall’altra l’obbiettivo è quello di essere sempre più preparati per questi “test-ghigliottina” talvolta tralasciando gli impegni scolastici e andando ad influire in modo negativo sulla media finale dei voti (per la quale tanto si è faticato fino ad ora). E’ come se si volesse costruire un grattacielo senza fondamenta, in quanto cosa accadrebbe se gli studenti non dovessero passare l’esame (caso molto raro)? Che senso ha fare un test d’ammissione ad una facoltà quando IO Studente debbo ancora finire la mia scuola?
Oltretutto l’onda d’urto di questi test può essere sentita anche dalla classe intera in quanto i professori si sentono obbligati a fermarsi con i programmi, impossibilitati di proseguire per le numerose assenza nei giorni di verifiche o interrogazioni. Terminato il periodo dei test, questi “maratoneti” dello studio dovranno recuperare ciò che hanno perso e allo stesso tempo affrontare gli ultimi argomenti. “Si salvi chi può”, verrebbe da dire: si ma di soldi non ne abbiamo ancora parlato, strano vero? Certo non possono non mancare! 50 euro per l’iscrizione ai test più un’ulteriore spesa che varia dai 10-20 euro fino ad arrivare a 240 euro per l’acquisto di materiale che possa preparare gli studenti per affrontare questi quesiti.
In questo modo alla fine non si fa altro che alimentare un sistema vecchio e ammalato che specula su un bene così essenziale come la cultura, e che da l’opportunità a coloro che sono più facoltosi di emergere. L’Istruzione sta diventando così un organo di selezione che si limita a riprodurre le sperequazioni economiche, sociali e culturali esistenti, dopo che anni di lotte l’avevano portata ad essere invece un luogo centrale nella formazione alla cittadinanza delle nuove generazioni, dalla crescita del loro sapere critico e della maturazione delle loro conoscenze. Pensaci. Hai intenzione di unirti alla lotta con noi?
* studente delle scuole superiori.