* di Salvatore Vicario
Tra il 6 e 9 Aprile si sono sviluppati in Ucraina una serie di importanti eventi che rischiano di portare il paese sull’orlo della guerra civile.
La resistenza della classe lavoratrice ucraina e prevalentemente di lingua russa della regione sud-orientale contro il regime golpista di estrema destra di Kiev sta aumentando di giorno in giorno verso una crisi di dualismo di potere in molte città. A Donetsk, Kharkov, Nikolayev e Lugansk, migliaia di manifestanti anti-fascisti radicati nelle comunità locali hanno occupato edifici amministrativi pubblici, questure e banche, e hanno dichiarato l’indipendenza dal governo salito al potere a febbraio in seguito alla cacciata di Viktor Janukovyč e al golpe orchestrato dagli USA e dall’UE (in cui un ruolo particolare ha giocato la Germania).
Le organizzazioni della resistenza popolare hanno fissato per giorno 11 maggio la data dei referendum regionali, quando gli abitanti di queste regioni saranno chiamati a decidere tramite referendum sul loro status futuro – sia per un’ampia autonomia all’interno dell’Ucraina, per l’indipendenza, o in alcuni casi, l’affiliazione con la Russia, come accaduto già in Crimea lo scorso 16 marzo.
La richiesta di un referendum è sostenuta da larghi strati delle masse lavoratrici, pensionati e giovani in tutta la regione che con il loro sostegno stanno alimentando la resistenza. Questi referendum cadranno a due settimane dal 25 maggio data delle elezioni presidenziali fissate da Kiev. Il regime golpista, dominato da organizzazioni fasciste e di estrema destra come Svoboda e Fatherland, ha respinto qualsiasi ipotesi di referendum.
Il regime golpista ha etichettato i sostenitori del referendum come “terroristi” e agenti pagati dalla Russia. Il 7 aprile, il presidente facente funzione Alexander Turchinov ha dichiarato che saranno usate “misure coercitive” contro i sostenitori del referendum. Il numero due dell’amministrazione presidenziale Andriy Senchenko (del Partito Fatherland) ha dichiarato ai giornalisti nel Verkhovna Rada (Parlamento) che l’esercito ucraino è stato autorizzato a “sparare ai terroristi… se necessario per proteggere l’integrità territoriale” dell’Ucraina.
I membri del partito Svoboda, lunedi 8 aprile, hanno attaccato fisicamente i rappresentanti del Partito Comunista d’Ucraina al parlamento impedendo di parlare al leader comunista Pietro Simonenko che nel suo intervento accusava il regime golpista di essere il responsabile dei disordini nel sud-est, per aver provocato un golpe al servizio degli USA e UE dividendo il paese.
La resistenza popolare, tra cui la forza marxista dell’Unione Borotba (Lotta), rigetta la legittimità delle elezioni presidenziali senza un referendum.
Dichiarate delle Repubbliche Popolari
Il 6 aprile si sono svolte numerose coordinate sollevazioni popolari anti-fasciste nel sud-est dell’Ucraina, che si sono alimentate crescendo d’intensità fino a sera.
Nella notte del 6 , gli attivisti hanno occupato l’edificio dell’assemblea regionale di Donetsk proclamando l’indipendente Repubblica Popolare di Donetsk. I manifestanti si sono dichiarati come le autorità legittime della regione. Dopo la lettura della dichiarazione, si sono alzate le note dell’inno sovietico e dell’Internazionale con le migliaia di persone radunate nella piazza centrale della città ad applaudire e accompagnare le note. Le nuove autorità hanno rivolto anche un appello alla Federazione russa per l’invio di “forze di pace” a protezione del referendum, in risposta all’invio da parte del governo centrale di Kiev di forze speciali di polizia e esercito nelle regioni sud-orientali.
Donetsk, nella regione mineraria del Donbass, è una tradizionale roccaforte del Partito Comunista di Ucraina (PCU).
Qualche ora dopo, a Kharkov, migliaia di antifascisti guidati dall’Unione Borotba e da Unità del Popolo hanno occupato l’edificio regionale dell’Amministrazione Statale proclamando anch’essi la Repubblica Popolare di Kharkov. I nuovi consiglieri regionali sono stati eletti dalle assemblee autoconvocate dei lavoratori, giovani e pensionati. Gli antifascisti hanno agito dopo che il Consiglio Regionale di Kharkov aveva omesso di agire su una petizione presentata alla manifestazione di massa del 6 aprile. La petizione inviata al Consiglio chiedeva di fissare un referendum su tre punti: 1) L’Ucraina dovrebbe essere un paese federale? 2) La lingua russa dovrebbe essere legale? e 3) L’Ucraina dovrebbe essere un paese non-allineato (senza NATO)?
Nella dichiarazione della Repubblica Popolare di Kharkov, grazie alla forte presenza delle forze marxiste e rivoluzionarie, si afferma che bisogna porre fine allo sfruttamento del lavoro e dare la priorità alle forme collettive di proprietà, dando una forte impronta di classe alla resistenza. Una simile formula è presente anche nella dichiarazione della Repubblica Popolare di Donetsk, dove si legge: “La Repubblica Popolare di Donetsk ha la proprietà esclusiva della terra, sottosuolo, aria, acqua e altre risorse naturali all’interno del territorio della Repubblica”; “La Repubblica offre le condizioni per il libero sviluppo e la tutela della forma di proprietà costituzionalmente riconosciute, che escludono l’appropriazione dei risultati del lavoro altrui, con priorità alle forme di proprietà collettive”; “La dittatura nazionalista filo-fascista è stata stabilita con il sostegno del capitale oligarchico”. (http://krasnoe.tv/node/21592)
In entrambe le città, il personale militare e la polizia hanno rifiutato l’ordine di agire contro gli antifascisti.
Forze fasciste e della polizia centrale all’attacco
Mentre si stavano sviluppando nel sud-est del paese queste azioni di rottura, il regime in crisi a Kiev si è riunito in una sessione maratona per approvare nuove leggi “anti -terrorismo” per criminalizzare ulteriormente la resistenza anti-fascista.
Il ministro degli interni dell’estrema destra, Arsen Avakov, è stato messo a capo dell’offensiva “anti – terrorista”. Il suo compito principale sarà quello di portare le formazioni neo-naziste in competizione tra di loro nell’Ucraina occidentale sotto la disciplina del regime integrandole nella cosiddetta Guardia Nazionale e in pattugliamenti congiunti con la polizia. Da settimane, il Ministero dell’Interno ha incaricato Settore destro e altri sicari neo-nazisti a infiltrarsi nelle regioni ribelli. La polizia e le agenzie militari hanno trasferito il loro personale dall’Ucraina Occidentale in sostituzione di quelli locali restii ad attaccare la popolazione locale.
Nella notte del 7 aprile, queste forze sono state scatenate contro il popolo del sud-est dell’Ucraina.
Settore Destro ha attaccato un campo anti-fascista in Nikolayev. E’ stata segnalata l’uccisione di un uomo e molti altri sono stati gravemente feriti. [Alcune informazioni riferiscono che il numero di morti e feriti è di circa 20.] A Lugansk, tre persone sono state uccise e un altro è stato ucciso a Odessa.
A Kharkov, agenti di Settore Destro e Maidan Auto-difesa vestiti in uniformi delle forze speciali sono state schierate contro le forze popolari in possesso del palazzo regionale dell’Amministrazione statale. I fascisti hanno dato fuoco all’edificio e hanno disperso i manifestanti. Almeno 70 persone sono state arrestate; contrariamente alle menzogne del governo, secondo cui sarebbero “cittadini russi portati sul luogo”, tutti gli arrestati erano residenti a Kharhov e nella regione di Kharkiv.
Gli attivisti riferiscono che tra le forze repressive vi erano anche mercenari di lingua inglese, i quali si crede che lavorino per la società statunitense Greystone Ltd. la cui presenza è stata segnalata in Ucraina dall’inizio del golpe.
Continui scontri si sono svolti nelle strade di Kharkov per tutta la giornata dell’8. In questo video si vedono i manifestanti attaccare un autobus delle forze speciali inviate da Kiev impedendo agli agenti di scendere. http://krasnoe.tv/node/21589
Gli uffici di Borotba e Unità del Popolo a Kharkov sono stati sequestrati e occupati dai fascisti e dalla polizia. Ma la repressione non placa la resistenza, e il 9 Aprile circa 500 persone si sono radunate in piazza per chiedere la liberazione degli attivisti arrestati il giorno prima.
Un episodio molto significativo è inoltre avvenuto la mattina del 7 aprile a Donetsk, quando gli operai della fabbrica dell’acciaio Yasinovka a Makeevka hanno fermato il lavoro, unendo la lotta contro i licenziamenti e la resistenza anti-fascista in corso, organizzando dei bus per dirigersi a Donetsk, giurando di rimanere e di proteggere i manifestanti per il tempo necessario. Anche i lavoratori della mensa si sono uniti, preparando pasti per i lavoratori e i manifestanti. Dei volontari, inoltre, stanno costruendo barricate e mobilitano i sostenitori per difendere la neo Repubblica Popolare. E’ stato pubblicato un appello urgente alle persone a portare razioni, bevande, estintori, maschere antigas e forniture mediche. Nella notte tra l’8 e il 9 Aprile i manifestanti sono riusciti a respingere l’attacco della polizia, che ha cercato di prendere d’assalto il palazzo occupato. Inoltre, i manifestanti sono riusciti a bloccare tre autobus delle forze speciali ucraini pesantemente armate e attualmente l’edificio è circondato da barricate di sacchi di sabbia e pneumatici e gli occupanti sono armati di “molotov” e pietre.
La classe lavoratrice sempre più attiva nella resistenza antifascista
Borotba, organizzazione marxista formatesi tre anni fa, ha costituito nei scorsi mesi il “Centro della Resistenza Antifascista” a sostegno delle azioni antifasciste, unendosi ad esse in particolare dopo che esse non hanno più avuto alcuna influenza filo-Janukovyč, e considera che la resistenza antifascista debba reggersi sulle basi dell’internazionalismo e dell’amicizia tra i popoli, e non sulla base del nazionalismo russo e la divisione etnica, linguistica o religiosa. Borotba è molto attiva nelle regioni del Sud-Est dell’Ucraina, in particolare a Kharkov e Odessa. Il “Centro della Resistenza Antifascista” dà una forte impronta di classe all’attuale resistenza, evidenziando la necessità della lotta organizzata dal basso contro il capitalismo, l’oligarchia, per il potere popolare, contro la legittimità delle elezioni presidenziali e per i referendum, non in senso separatista, ma per chiedere ampia autonomia e autogoverno per le regioni dell’Ucraina sud-orientale. Autonomia e federazione, per mutare le forme della struttura statale negli interessi del popolo, sostenendo anche la necessità che l’autogoverno sia sotto il controllo di Consigli dei Lavoratori, sindacati e comitati di autodifesa delle città.
In Russia, organizzazioni comuniste e antifasciste (tra cui il Partito Comunista Operaio Russo) hanno strutturato un coordinamento antifascista in sostegno della lotta in ucraina, in particolare col “Centro della Resistenza Antifascista”, organizzando una raccolta fondi, la protezione di attivisti e familiari, l’invio di materiale di propaganda e assistenza medica.
E’ da rilevare positivamente come nella protesta si faccia sempre più spazio il carattere di classe, testimoniato dal sempre maggiore numero di bandiere rosse portate dai manifestanti che cominciano ad avanzare anche richieste anti-capitaliste. La piattaforma rivendicativa delle migliaia di persone in piazza a Odessa, Kharkov e Dnepropetrovsk, è composta dalla richiesta di un referendum per l’autogoverno e l’auto-organizzazione, ma anche la nazionalizzazione delle imprese, il divieto totale delle organizzazioni di estrema destra, l’aumento dei salari e delle pensioni. La classe operaia comincia a esser protagonista nel conflitto, entra nelle piazze, compie i primi passi per la difesa collettiva dei propri interessi, contro i licenziamenti, il non pagamento dei salari, i bassi salari e l’aumento dei prezzi (oltre il 30%). E’ chiaro che si è ben lontani dalla trasformazione di questo conflitto in un conflitto di classe e rivoluzionario, ma già nel breve testo delle dichiarazioni delle Repubbliche Popolari si possono leggere parole come proprietà collettiva, uguaglianza e interesse pubblico. La coscienza di classe si va a formare nella lotta e lo scontro di classe può diventare una realtà.
Sempre alta la tensione tra Ucraina-Nato e Russia
Kiev ha inviato forze speciali di sicurezza Alpha dall’Ucraina occidentale, equipaggiate con la squadra SWAT di armi e armatura completa. Mercenari della Greystone sono segnalati essere in mezzo a loro, travestiti da soldati. I militari sono stati schierati a circondare Donetsk e il ministro dell’Interno Arsen Avakov ha dichiarato che entro 48 “sarà posta fine alle azioni di protesta dei filorussi a Donetsk, Kharkiv e Lugansk, in Ucraina orientale, o tramite negoziato o con l’uso della forza”. L’energia elettrica dell’edificio della RSA è stata tagliata. Blindati ucraini sono arrivati da Dnipropetrovsk a Lugansk, città dell’Ucraina orientale in cui insorti armati occupano da alcuni giorni la sede locale dei servizi segreti. In questi video si vede il passaggio di mezzi militari ucraini verso la città di Donetsk https://www.youtube.com/watch?v=PeHy6e73dd4#t=28 https://www.youtube.com/watch?v=gtsTxJVqLcA#t=65
Il ministero degli Esteri russo ha esortato l’Ucraina a “fermare eventuali preparativi militari interni che potrebbero istigare una guerra civile” a cui ha fatto eco il 9 Aprile il presidente russo V. Putin affermando che spera che in ogni caso le autorità di Kiev “non commettano nulla di fatale”.
Nel frattempo, un’altra nave da guerra degli Stati Uniti si prevede che raggiungerà il Mar Nero nei prossimi giorni, continuando a far crescere le tensioni USA-Russia. La CNN, infatti, riporta che la U.S.S. Donald Cook arriverà prima di una riunione del 15 aprile tra gli esponenti politici della NATO per discutere e potenzialmente approvare un serie di raccomandazioni per ulteriori misure militari, tra cui l’accorciamento del ‘tempo di risposta’ delle forze NATO se ci fosse una crisi. Altre opzioni sul tavolo includono maggiori esercizi militari tra i paesi membri e potenzialmente la fornitura di consiglieri militari all’Ucraina. (http://edition.cnn.com/2014/04/08/politics/us-navy-ship-ukraine/)
La Russia non allenta la sua forte pressione militare sui confini e ha arrestato sul suo territorio dei presunti membri di Settore Destro accusati di star preparando degli attentati in territorio russo. Sul piano diplomatico, è stato annunciato per la prossima settimana, un colloquio a quattro tra Russia, USA, Ucraina e Unione Europea, che si dovrebbe svolgere il 17 aprile a Vienna.