* Federica Savino, Responsabile della Commissione Donne del FGC
Oggi si svolgerà a Bologna un presidio di preghiera, lungo ben nove ore, indetto dal Comitato NO 194. Questa manifestazione si sarebbe dovuta svolgere davanti all’ospedale Maggiore di Bologna ma, tra polemiche e minacce di apertura di procedimenti giudiziari da parte del portavoce del Comitato, il prefetto ha emanato un provvedimento ad hoc e ha concesso la giornata di preghiera in un altro luogo, in una zona molto centrale del capoluogo emiliano. Gli stessi organizzatori della maratona di preghiera hanno mantenuto il silenzio sul luogo preciso del presidio ( che verrà rivelato solo poco prima dell’inizio ), al loro dire per questioni di sicurezza. Non ci sarebbe certamente potuto aspettare l’annullamento del presidio, era abbastanza chiaro che il Comitato avrebbe millantato la libertà d’espressione e l’amministrazione politica bolognese non si sarebbe mai potuta esporre così chiaramente contro le istanze dei cattolici estremisti. Per evitare che il presidio si svolgesse davanti all’ospedale sono stati avanzati problemi di ordine pubblico e si è identificato l’ospedale come un luogo «sensibile» nei pressi del quale non è possibile manifestare. Come se una manifestazione di questo tipo avesse solo il problema di poter innescare degli scontri di piazza o ledere alla tranquillità di chi si trova in quel luogo; un provvedimento che desta qualche perplessità per la sua assoluta generalità e che quindi potrebbe essere evocato anche in altre occasioni per limitare davvero la libertà di dissenso. Come se un’ospedale non possa essere considerato un luogo in cui portare avanti istanza di lotta, eppure sono molti i diritti che vengono violati nelle nostre strutture pubbliche sanitarie. E’ a dir poco riduttivo rilegare ad una questione di ordine pubblico una manifestazione di questo tipo che ha un profilo assolutamente reazionario e fascista.
La Favoloso Coalizione, collettivo di femministe, gay, lesbiche, trans, formatasi in previsione di questo 13 Giugno, ha organizzato un contro presidio che partirà alle 7.30 in Piazza del Nettuno a Bologna dove cercheranno di raccogliere informazioni più precise sul luogo dove gli antiabortisti terranno le loro preghiere. Saremo presenti in piazza con il nostro volantino in difesa della 194, in sostegno al contro presidio.
Una tattica, quella di non rivelare il luogo specifico, probabilmente per far si di essere accerchiati e protetti dalle forze dell’ordine che non permetteranno ai contro manifestanti di accedere alla piazza. Si appellano alla libertà di espressione e poi evitano a tutti i costi di essere contestati.
Purtroppo c’è ancora da difendersi contro qualcuno che si prodiga per abrogare la 194, con questo intento nasce il Comitato No 194. Lo scorso 15 aprile uno stesso presidio è stato ospitato dalla città di Milano ed insieme ai militanti del Comitato hanno partecipato anche i fascisti di Forza Nuova. Ai microfoni di Città del Capo, una radio bolognese, il portavoce del Comitato non ha affatto nascosto la gradita presenza di Forza Nuova, d’altronde portano avanti le stesse istanze antiabortiste. Il portavoce del Comitato ha anche affermato che la legge 194 è peggio delle leggi razziali promulgate dal nazi-fascismo, come se un’ipotetica vita valesse di più di una vita già affermata; non potrebbe essere più assurda una affermazione di questo genere per l’altro pronunciata da chi si prodiga a favore della vita: un paradosso logico.
Questi tipi di movimenti reazionari sono molto pericolosi e in un periodo di crisi, non solo economica, ma anche culturale e sociale, si fanno sempre più strada in molti strati sociali della popolazione. Contro di questi ci dobbiamo costantemente opporre con fervida e costante lotta. Non possiamo permettere che decenni di lotte operaie e sociali vengano messe in discussione, per giunta attraverso modalità intolleranti ed offensive che vengono continuamente organizzate di fronte ai nostri ospedali pubblici. Queste persone sostengono inoltre di non avere pratiche violente ma un intento pacifico: non sarebbe forse violenza manifestare con cartelli, immagini e slogan davanti agli ospedali facendo pressioni psicologiche alle donne che si recano ad abortire, chiamandole assassine.
Difendiamo la 194, la difendiamo da questi attacchi non solo opponendoci alla sua abrogazione ma rivendicandone la sua piena applicazione. Probabilmente è come sostiene il personaggio fittizio interpretato da Corrado Guzzanti, Padre Pizzarro, in fondo nessuna toccherà la legge 194, troppi scontri sociali da contenere, ma c’è comunque un modo per non applicarla: l’obiezione di coscienza.
Tanto come rivendichiamo una scuola che sia laica, dove non venga impartito alcun insegnamento religioso, pretendiamo una sanità che sia libera da qualsiasi moralismo cattolico, del quale l’obiezione di coscienza ne è figlia. Non è possibile garantire l’universalità e la gratuita delle prestazioni sanitarie se non vi è più libero accesso. Prestazione che diventerà sempre più un lusso, perchè sarà riserva solo alle donne che potranno permettersi di pagare una clinica privata, dove magari sono gli stessi medici che nel pubblico si dichiarano obiettori a praticare gli aborti a pagamento. Per le altre c’è sempre la clandestinità. Non possiamo certamente sostenere che la 194 sia riuscita ad eliminare il problema degli aborti clandestini ( basti pensare alla clandestinità alla quale sono costrette le donne immigrate che non hanno permesso di soggiorno ) ma ha contribuito fortemente ad arginarli. Difendere la 194 vuol dire anche difendere i consultori familiari e i servizi socio-sanitari dalla mano sempre più pesante dell’associazionismo cattolico, che si infiltra con le sue pratiche assistenzialistiche e paternalistiche, minando ad una vera scelta libera e consapevole della donna. Una piena applicazione delle 194 significa anche impartire un’educazione sessuale all’interno delle scuole, per promuovere un’affettività libera e consapevole, per contribuire, insieme ai consultori familiari, ad un’informazione che sia anche prevenire gli aborti, attraverso per esempio un uso corretto degli anticoncezionali. L’obiezione di coscienza viene infatti invocata anche per la prescrizione e per la somministrazione di qualsiasi anticoncezionale. La pillola RU486 fatica ancora ad essere reperibile nelle nostre farmacie.
Pertanto non ci fermiamo alla semplice difesa della 194, riteniamo che la sua rivendicazione comporti anche il rimetterla in discussione nelle parti in cui essa rimane ancora ostaggio di retaggi religiosi. Difendere una sanità pubblica e gratuita è difendere la 194! Non può perciò essere questa una lotta che coinvolge solo il genere femminile, questa è una lotta popolare che tutti noi dobbiamo portare avanti!