* di Mattia Greco
Nelle ultime settimane notiziari e testate giornalistiche di tutto il mondo si sono occupate dello scandalo FIFA. Tra chi ha approfondito e chi si è limitato a descrive solo i contorni di queste rivelazioni, noi dal canto nostro siamo consapevoli che nessuno ha centrato davvero il tema per quello che é. La FIFA è la federazione internazionale che governa il calcio. Lo scandalo attorno alla federazione riguarda un circolo illecito di tangenti finite nelle tasche dei collaboratori del presidente. Fino ad ora le manette sono scattate solo per sette dirigenti, ma gli inquirenti stanno lavorando su dei movimenti bancari sospetti. Questi capitali servivano a far eleggere il proprio paese per ospitare poi una determinata competizione e ricavarne ancora maggiori introiti, falsando l’elezioni e rendendo vane le altre candidature. Cosi facendo una nazione riusciva a surclassarne un’altra tramite una vera e propria compravendita di coloro che avevano il diritto di voto nel comitato esecutivo della FIFA. Un gesto che ci fa pensare subito a quell’agire tipicamente mafioso,che attanaglia praticamente da sempre la nostra nazione. In ballo ci sarebbe il mondiale già disputato in Sud Africa nel 2010 che doveva svolgersi in Marocco, e i prossimi che si svolgeranno in Russia (2018) e in Qatar (2022). Secondo altre indagini è emerso che non solo le assegnazioni erano falsate, ma insieme ad esse, anche interi esiti delle più importanti competizioni. Insomma, si fa sempre più realistica l’ipotesi che alcune partite erano già decise prima di essere giocate: si conferma così come il calcio, così come qualsiasi altro settore della nostra società, non è estraneo ai meccanismi del sistema capitalista: quello che conta è il profitto, e la corruzione è un suo fenomeno intrinseco ( come abbiamo già avuto modo di trattare in questo articolo ).
Dal 1998 il milionario svizzero Joseph Blatter è stato il presidente della federazione, pochi giorni dopo lo scandalo si sono tenute l’elezioni per nominare il nuovo presidente. Il vincitore? Joseph Blatter. Ma nonostante l’elezione per il suo quinto mandato, il suo nome echeggiava ripetutamente nella lista degli indagati e cosi ha deciso di dimettersi solamente quattro giorni dopo la sua rielezione. Il nuovo presidente sarà eletto dal congresso nel Maggio 2016, salvo sorprese. Iniziano già da ora a presentarsi i nuovi aspiranti presidenti. Tra chi afferma la volontà di un cambiamento e chi vuole in realtà far rimanere le cose inalterate: ma davvero possiamo illuderci che basti cambiare il Presidente per distruggere un sistema marcio e corrotto come questo? Le prossime elezioni, questo è certo, hanno anche un importante ruolo negli assetti geopolitici attuali. Ad esempio si è fatta avanti la candidatura del principe della Giordania, Ali al-Husayn, il quale garantirebbe agli Usa, e ai suoi alleati politici, la supremazia anche della federazione: tutto ciò mentre la Russia di Putin parla di un complotto degli USA nello scoppio di questo scandalo, in quanto proprio la Russia e i suoi mondiali sarebbero sotto accusa. Insomma, è il caso di dire, che la FIFA ha calato la maschera mostrando al mondo intero la sua vera funzione, ovvero quella di far arricchire quel ristretto numero di persone che gravita intorno alla federazione e chi sta loro attorno.La logica del profitto e la crescente spettacolarizzazione mediatica hanno preso definitivamente il sopravvento sugli aspetti aggregativi dello sport più amato dal popolo.
In corrispondenza a tutto ciò la tessera del tifoso (in Italia) e altri meccanismi di controllo e repressione in tutta Europa hanno colpito il fenomeno ultras, attaccando tutte le forme di conflittualità, antagonismo e resistenza. Negli ultimi anni intere tifoserie sono state decimate dai DASPO (Divieto di assistere alle manifestazioni sportive) e dalle diffide. Questi provvedimenti sono stati applicati soprattutto a quelle tifoserie considerate di sinistra,che facevano dell’aggregazione, della conflittualità contro il Sistema, il loro ideale. “Fuori i nazisti dalle curve, fuori le curve dagli stadi!” questo era il celebre striscione degli ultrà cosentini negli anni ’90. Non era un semplice slogan, ma indicava l’essenza stessa di quelle frange ultras che non si limitavano alla partita in sé o al tifo per la squadra della propria città. Bensì ribadivano la loro provenienza. Dai movimenti degli anni ’70, dalle officine occupate, dalle lotte degli operai e dalle periferie più degradate. Il movimento ultrà era sinonimo di resistenza contro ogni autorità costituita. Attualmente la maggior parte delle tifoserie,invece, si ritiene “apolitica”, o di estrema destra, alimentando cosi l’intolleranza in tutto il paese. Tutto questo sotto gli occhi vigili delle istituzioni che si tiene ben stretta a se questa massa di pseudo tifosi. Come dicevano gli antichi romani “panem et circenses”.
Il calcio è lo sport con più seguito in tutto il mondo. Esso affonda le proprie radici nell’Inghilterra della seconda metà dell’ottocento ed è riuscito ad avere una diffusione incredibile. Da sottolineare è che questo sport nasce come una disciplina popolare, infatti i primi club sono formati interamente da operai, quando il calcio era concepito come una sorta di dopolavoro. Ciò che dovrebbe colpire, ed essere chiaro ad ogni tifoso, è la trasformazione che ha subito nel corso dei decenni. Un cambiamento, da parte di questo sport, che ha visto prendere il sopravvento del capitale e del profitto sulle passioni di tutti gli sportivi. E mentre gli stadi si svuotano per colpa di questi parassiti che si arricchiscono alle nostre spalle, dal basso nascono delle alternative. Alternative al calcio moderno, al calcio dei padroni, al calcio visto solo ed esclusivamente come un mero business, ma soprattutto a quel calcio sempre più intrinseco ad un sistema che affama e annienta tutto ciò che ha intorno. Il nostro paese ha bisogno di far maturare in ogni bambino un’ etica sportiva, e questo importante compito spetta alle nuove società emergenti che vogliono creare un’alternativa alla nuova concezione del calcio. Affinché non si sentirà più parlare di partite truccate, di calcio-scommesse e di altri scandali. Per “spazzare” (usando il gergo calcistico) anche ciò che la nostra società corrotta e malata produce ovvero il razzismo e la paura di tutto ciò che è diverso da noi. Il calcio,quindi, deve basarsi su temi che la società ha quasi completamente annientato come l’aggregazione e la condivisone. Consapevoli che la strada da percorrere sarà dura, perché c’è un sistema da abbattere e per farlo serve accrescere sempre più, coscienza nelle masse: noi saremo sempre dalla parte di chi volta le spalle alle logiche del capitale ,per un calcio figlio del popolo che faccia rinascere le passioni e il conflitto.