* di Daniele Bergamini
Già in articoli precedenti ci eravamo dedicati alla propaganda statunitense nel cinema e nei fumetti e il “Ponte delle spie” rappresenta un’occasione importante per approfondire ulteriormente il lavoro di critica artistica, utile per comprendere meglio l’uso che ne fa la borghesia.
Il film si svolge temporalmente in piena guerra fredda, tra Stati Uniti e Unione Sovietica e comincia nel 1957, quando l’anziano Rudolf Abel viene tratto in arresto dall’FBI con l’accusa di essere una spia sovietica. Nell’america di fine anni Cinquanta il comunismo era visto come un nemico malvagio,senza scrupoli, della libertà e chiunque mostrasse simpatie per l’URSS era emarginato dalla società e bollato come traditore: la spia deve essere, per l’opinione pubblica, immediatamente eliminata come pericoloso elemento comunista. Abel è un prezioso militante comunista a tutti gli effetti: inizia la carriera nell’armata rossa come addetto alle comunicazioni e nel 1927 entra nel NKVD ( il servizio segreto sovietico precedente al KGB). Negli anni trenta è inviato in missione segreta nella Germania dominata dai nazisti e contribuisce alla formazione della Rote Kapelle, una rete spionistica che fornirà parecchie informazioni all’URSS durante la seconda guerra mondiale. Per la sua rischiosa e fondamentale attività, prima durante e dopo la guerra, viene decorato con l’Ordine di Lenin per i servigi resi al Socialismo.
Il vero protagonista del film è però l’avvocato scelto per difendere la spia, James Donovan: esperto del settore assicurativo ma non nuovo a cause penali ( poichè si era occupato di casi importanti come il processo contro i nazisti a Norimberga ), viene messo alla gogna dai suoi concittadini appena decide di difendere in modo equo l’accusato ,senza curarsi delle pressioni e delle minacce che ricevono lui e la sua famiglia. La prima parte del film è uno specchio abbastanza fedele degli Stati Uniti degli anni ’50, che illustra comunque in toni soft, atmosfere cupe e persecutorie che portarono all’esecuzione capitale decine di persone come i coniugi Rosenberg.
Capovolgere la Storia a proprio favore
Come è successo in altri film pluripremiati l’opera presenta discrepanze con la realtà, quando fatti realmente accaduti vengono decontestualizzati e utilizzati a favore dell’Imperialismo americano. Il grande “cattivo” nel film è infatti l’Unione Sovietica (e in seconda battuta la versione caricaturale della Repubblica Democratica Tedesca, dipinta a metà tra un fantoccio sovietico e un terzo reich redivivo) che spia gli americani e mette a rischio la pace mondiale abbattendo un velivolo spia straniero sul suo territorio. I sovietici abbattendo il velivolo rispettarono soltanto il diritto internazionale che era già stato violato più volte dagli americani. Ecco che nel film il pilota Gary Powers esegue la prima missione U2 mentre in realtà erano già avvenuti molti altri voli simili sopra l’URSS, da almeno 4 anni. Alla luce dei fatti è ancora più incisiva la frase che Krusciov pronunciò in quei mesi concitati: «Immaginate che cosa sarebbe successo se un aereo sovietico fosse comparso sopra New York, Chicago o Detroit. Avrebbe significato lo scoppio di una guerra! »
L’imperialismo si fa beffe del diritto internazionale e non è una novità, come purtroppo siamo abituati a vedere da decenni ,e con l’utilizzo dei potenti mezzi dell’industri cinematografica utilizza e distorce la Storia in un processo auto-assolutario a largo uso e consumo delle masse.
Anche con l’arrivo di Donovan in Germania, si utilizza la stessa tattica: la costruzione del muro di Berlino viene infatti decontestualizzata e infarcita di inesattezze, esagerazioni. Non può mancare una scena in cui lo statunitense assiste all’omicidio di alcune persone intente a superare il muro appena costruito da parte delle autorità tedesco orientali. In realtà nei suoi libri , su cui il film è basato , l’avvocato non negando la presenza di sorveglianti bene armati, non parla mai di uccisioni di profughi da parte dei militari della DDR.1
In realtà il muro viene costruito dalla DDR per contrastare numerosi atti di sabotaggio , terrorismo e spionaggio commessi dalla Cia ai danni delle fabbriche e di altre infrastrutture per sabotare la costruzione di un sistema completamente antitetico da quello proposto dalla RFT e dagli USA.
Il film, che scorre senza particolari sussulti e colpi di scena, diventa così una sottile opera di propaganda a salvaguardia dell’esistente, in cui chi si oppone con successo al dominio del Capitale è visto come un mortale nemico, mentre la democrazia occidentale rimane il migliore dei mondi possibili, nonostante fame, repressione, guerra e sfruttamento. The show must go on!
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Note
(1)History Vs Hollywood , Bridge Of Spies http://www.historyvshollywood.com/reelfaces/bridge-of-spies/