Cari compagni,
prima di tutto i miei ringraziamenti per la vostra presenza a Roma. Vi porto il saluto del Comitato Centrale del FGC e di tutta la nostra organizzazione. Tutti i nostri compagni sono orgogliosi di ospitare, per la prima in Italia, un così importante incontro. Abbiamo grandi aspettative per questo MECYO nella direzione di aumentare la nostra cooperazione, lo scambio di analisi, le nostre attività comuni.
Fin dalla fondazione della nostra organizzazione abbiamo individuato nello sviluppo di relazioni internazionali con le gioventù comuniste, in particolare europee, uno dei punti più importanti per la nostra attività in Italia. Noi crediamo fermamente che solo attraverso una sempre maggiore cooperazione delle organizzazioni comuniste a livello internazionale sia possibile rispondere all’attacco contro la classe operaia e le masse popolari che i governi e le istituzioni internazionali stanno operando. Un attacco che non ha confini e frontiere che viene condotto nell’interesse dei monopoli capitalistici e che vede grandi similitudini in tutti i nostri paesi. Noi crediamo che il coordinamento internazionale delle organizzazioni comuniste sia una risposta necessaria nella fase imperialista del capitalismo. Solo così il movimento comunista internazionale potrà superare la fase di crisi avuta negli anni successivi alla controrivoluzione e costruire le premesse per il contrattacco.
I temi che oggi discutiamo sono di assoluta importanza e riguardano il presente e il futuro della gioventù, a cui come comunisti, siamo chiamati a dare risposte e soluzioni. Disoccupazione, precarietà, sfruttamento, tagli ai servizi sociali, all’istruzione sono elementi strettamente connessi con la natura capitalistica del sistema in cui viviamo. Nessuna soluzione definitiva è possibile per la gioventù in questo modello di sistema, questo è quello che la storia di questi anni ci ha insegnato. Ma questo MECYO si svolge anche in un momento in cui le contraddizioni tra potenze imperialistiche si acuiscono a livello internazionale e il mondo rischia di essere trascinato in un nuovo conflitto mondiale. Una situazione che necessita di una chiara presa di posizione da parte delle gioventù comuniste. La nostra opinione sulle principali questioni può essere così sintetizzata.
A livello globale è in atto uno scontro tra potenze imperialiste e loro alleanze che riguarda il controllo dei mercati, le esportazioni di merci e capitali, il controllo e lo sfruttamento di risorse energetiche e le vie di comunicazione ad esse collegate. Lo sviluppo capitalistico che ha caratterizzato larga parte del pianeta in questi anni ha creato i presupposti per una ridefinizione degli equilibri nella piramide imperialista, con l’emergere di nuovi poli in competizione tra loro. Noi non riponiamo fiducia nel cosiddetto “mondo multipolare” che consideriamo per l’appunto il frutto dello scontro tra poli imperialisti. Nessuna pace è possibile come equilibrio tra potenze imperialistiche, e la storia ce lo ha insegnato largamente. Per essere chiari non riteniamo che la Russia abbia oggi un ruolo antimperialista e che non lo abbiano i cosiddetti BRICS.
La ridefinizione di questi equilibri pone i settori imperialistici tradizionali in difficoltà. Essi reagiscono sempre maggiormente sul terreno militare alla perdita di posizioni economiche e politiche a livello internazionale. È in questo quadro che noi leggiamo l’incremento delle spese militari negli USA e nella UE, l’aumento delle esercitazioni militari, come Trident Juncture che coinvolge Italia, Spagna e Portogallo, ed è considerata la più grande esercitazione militare dal 1989 ad oggi. L’Ucraina e la Siria rappresentano i terreni di scontro più caldi, dove la guerra viene combattuta indirettamente o direttamente dalle stesse potenze imperialiste.
Il controllo e la razionalizzazione del funzionamento dei mercati pone l’imperialismo in una fase di soggezione più forte di interi paesi. La presenza europea sul continente africano ricalca sempre di più le vecchie mappe coloniali, dimostrando come i grandi monopoli intendano ancora proseguire lo sfruttamento di quel continente per i propri interessi. Con la scusa della lotta al terrorismo internazionale queste politiche ottengono una copertura e una giustificazione di fronte all’opinione pubblica, ma il loro carattere è chiaro. Cogliamo l’occasione di questo incontro per condannare pubblicamente l’intenzione del governo italiano di avere il comando di una missione militare in Libia.
Al contempo l’estensione delle aree di libera circolazione di merci, capitali, servizi e persone, rappresenta la volontà da parte dei monopoli di creare mercati sempre più grandi a propria immagine e somiglianza, per portare avanti indisturbati i propri interessi. In questa chiave vediamo non solo il processo di unificazione europea, ma oggi anche il TTIP e i trattati collegati con esso. Ovviamente la nostra posizione è assolutamente contraria: la libera circolazione di cui essi parlano altro non è che la possibilità per i capitalisti di ottenere le condizioni più favorevoli ad essi a tutto danno dei lavoratori e della gioventù.
Quindi pensiamo che vada detto chiaramente che il futuro della nostra generazione non può essere nella UE, che le nostre organizzazioni devono combattere per l’uscita dei nostri paesi dalla UE. Dobbiamo dire che non vogliamo un futuro nella NATO, che trasformerebbe la gioventù in carne da cannone per gli interessi imperialistici. Una lotta che non può essere posta solamente come “dissoluzione” rinviando la questione ad un livello comune internazionale. Pensiamo che questa posizione sia limitata perché non tiene conto dei differenti rapporti di forza presenti nei nostri paesi, e si riduce a proiettare su un livello generale una soluzione ideale, ma esclude la sua realizzazione materiale.
Pensiamo anche che l’avanzata dell’estrema destra e di movimenti neofascisti sul continente europeo sia dovuta anche alla mancanza di una posizione chiara a livello internazionale dei comunisti sulla UE e sulla sua natura. Una situazione che rischia di trascinare le masse popolari e settori maggioritari della classe operaia dietro slogan borghesi e reazionari, perché nel frattempo la sinistra persegue parole d’ordine inattuabili come riformare la natura della UE. Conosciamo bene questo fenomeno, strettamente legato alla visione della Sinistra Europea, e all’interpretazione del pensiero di Altiero Spinelli, che dal PCI fu espulso non a caso. Un’impostazione errata che si è resa solamente utile al disegno del grande capitale, dando ad esso una parvenza progressista e più accettabile per larghi settori delle masse.
Mai come oggi quindi la lotta contro l’imperialismo non può essere separata da una lotta contro l’opportunismo nelle fila del movimento operaio. Noi abbiamo vissuto sulla nostra pelle i risultati delle politiche opportuniste. Per molti di voi è la prima volta in Italia e in alcuni casi il nostro primo incontro come organizzazioni. Il FGC nasce nel 2012 come risposta all’opportunismo dilagante nelle organizzazioni nate dopo lo scioglimento del Partito Comunista Italiano. E’ un paradosso apparente che il paese che ha avuto il più grande partito comunista del mondo occidentale, abbia in questi anni visto la presenza dei comunisti ridotta al minimo. In realtà questo è il frutto delle scelte politiche del partito comunista italiano prima e dei partiti che lo hanno succeduto. In particolare la scelta della partecipazione ai governi borghesi ha avuto effetti devastanti nel rapporto tra i comunisti e la classe operaia e le masse popolari di questo paese. E tutto ciò che noi stiamo ricostruendo ha come ostacolo quanto fatto negli anni precedenti.
La nostra lotta deve essere orientata a mettere in discussione il sistema capitalistico stesso e non limitata a battaglie di retroguardia. La condizione della gioventù ci obbliga oggi a fare dei passi in avanti nel nostro lavoro. La disoccupazione, la precarietà la consapevolezza di un futuro di sfruttamento sono oggi delle realtà che i giovani hanno di fronte. Certamente questo contribuisce a dimostrare che il capitalismo è un sistema di sfruttamento da cui i giovani non hanno nulla di buono da aspettarsi. Ma la semplice condizione economica non basta.
Non dobbiamo nascondere che l’influenza dell’ideologia borghese nella gioventù è fortissima. Se oggi i giovani percepiscono che il capitalismo è un sistema iniquo, essi non vedono una reale alternativa a questo sistema. Questo è il frutto della sconfitta storica subita dal socialismo e degli anni di indottrinamento del pensiero unico capitalistico, del revisionismo storico che lascia una profonda traccia.
Si discute oggi del ruolo della gioventù comunista nel movimento rivoluzionario. Noi crediamo che una parte importante di questo ruolo sia sulla capacità della gioventù comunista di creare i presupposti per l’avanzamento della coscienza di classe nei giovani proletari. La gioventù deve essere in prima fila nelle lotte, ma deve anche saper condurre una battaglia ideologica e teorica a livello di massa. Costruire egemonia e consenso nelle nuove generazioni, conquistare settori che possano divenire strumento per l’avanzamento della coscienza di classe. Utilizzare in questo senso un lavoro politico complessivo che è fatto anche di utilizzo degli strumenti più vicini ai giovani: la musica, lo sport, le attività ricreative e culturali possono diventare elemento essenziale in questo processo. Questa battaglia complessiva che i comunisti conducono è la sola che può portare ad un reale avanzamento dei rapporti di forza in un’ottica rivoluzionaria.
Concludo, cari compagni, invitando tutti ad una discussione franca e aperta tra noi. La discussione tra organizzazioni comuniste è sempre un passo importante per migliorare la nostra analisi, e sarà certamente positiva. Da ogni incontro internazionale abbiamo appreso nuove opinioni, migliorato la nostra azione politica e organizzativa in Italia. Lo scorso incontro europeo a Francoforte ha consegnato il lascito di una campagna internazionale sulla vittoria antifascista. Essa ha dato grande forza alle nostre iniziative in Italia. E’ stata il fattore in più che ha permesso di presentarci con autorevolezza, tra i giovani. L’unità internazionale ci rende tutti più forti, rompe l’isolamento che abbiamo, moltiplica le nostre forze. In questo senso lo slogan «uniti e organizzati per un futuro socialista» scelto per questo MECYO è la via che dobbiamo intraprendere.
Siamo convinti che anche attraverso questo incontro potremmo segnare un nuovo passo in avanti in questa direzione. Questa è la nostra speranza, ma anche la speranza di quella parte della gioventù che guarda alle nostre posizioni con interesse e che vede in noi gli artefici della società futura che vogliamo costruire.
Grazie
Intervento del segretario nazionale Alessandro Mustillo per l’apertura dei lavori del XII Incontro delle gioventù comuniste europee che si è tenuto a Roma il 27/28 febbraio 2016.