*di Paolo Spena, resp. Scuola e Università del FGC
Il 18 maggio si sono tenute le elezioni universitarie in Grecia. Gli studenti hanno votato per il rinnovo annuale delle rappresentanze studentesche negli organi dei singoli atenei, voto che in Grecia avviene in contemporanea per tutti. Il dato più importante è la riaffermazione dei comunisti come seconda forza politica fra gli studenti universitari in Grecia. Per comprendere la portata di questi dati sono necessarie delle brevi premesse sul sistema universitario greco. In Grecia non esiste il modello 3+2 (i corsi durano 4 o 5 anni), ma l’università è modellata su un sistema binario che vede da un lato le Università “superiori” (AEI, corrispondenti alle università vere e proprie), dall’altro le Università “tecniche” (TEI, letteralmente Istituti di Istruzione Tecnologica). Una distinzione fra gli atenei che assomiglia a quella esistente in Italia fra licei e istituti tecnici/professionali: alle TEI corrisponde un’istruzione meno qualificata e in esse è chiaramente maggiore la percentuale di giovani provenienti dalle classi popolari.
Le liste “Panspoudastiki K.S.”, legate alla Gioventù Comunista di Grecia (KNE) e al MAS (Fronte di lotta degli studenti, un coordinamento sindacale studentesco creato dalla KNE) ottengono il 20,46% nelle AEI e il 23% nelle TEI, piazzandosi in entrambi i casi al secondo posto, superate solo dalle liste DAP, legate a Nuova Democrazia (principale partito di centro-destra) che ottengono rispettivamente il 30,27% (AEI) e il 25,07% (TEI) e superando le liste del PASOK (centro-sinistra). Assolutamente eloquente è il dato relativo alle liste legate a Syriza (MPLOKO), ferma allo 0,94% nelle AEI e allo 0,5% nelle università tecniche (corrispondente ad appena 75 voti su oltre 15mila votanti). La portata del disastro di Syriza è mitigata solo in parte dal fatto che praticamente tutta l’ala giovanile è fuoriuscita per formare “Unità Popolare” (LAE), e testimonia piuttosto l’inesistenza di un radicamento nel tessuto sociale da parte di un partito giunto al governo grazie all’enorme sostegno mediatico. Significativo anche il dato relativo alle liste dell’EAAK (movimento unito della sinistra indipendente, organizzazione studentesca nata come scissione della KNE nel 1989) e di Unità Popolare, che si è presentata solo in alcuni atenei in lista comune con l’EAAK. Queste liste ottengono fra il 7-8% nelle università superiori, e lo 0,9-1,5% nelle università tecniche, a testimonianza eloquente della composizione di classe di queste organizzazioni. Nelle università tecniche, quindi, la Gioventù Comunista emerge come l’unica organizzazione di sinistra realmente attiva e radicata. Inoltre, le liste della KNE risultano la prima forza in ben 41 atenei.
Questi dati, che probabilmente avranno sorpreso quei lettori abituati alle apologie di Syriza che contraddistinguono i tifosi della sinistra nostrana, in effetti stridono non poco con l’immagine di un KKE settario e dogmatico, promossa da una certa sinistra da salotto la cui massima aspirazione odierna è quella di diventare la nuova forza socialdemocratica, sostituendo il “vecchio” centro-sinistra ormai troppo compromesso (esattamente ciò che ha fatto Syriza in Grecia). I risultati ottenuti dai comunisti nelle elezioni universitarie in Grecia, paragonabili ai risultati che il KKE ottiene nelle scuole, nelle fabbriche e nelle elezioni sindacali, sono l’ennesima testimonianza del fatto che un’organizzazione comunista forte e radicata fra le masse non ha nessuna necessità di “annacquare” la propria linea scendendo a compromessi con elementi appartenenti allo schieramento di classe avversario. Al contrario, è proprio grazie alla forza dell’organizzazione, al lavoro quotidiano e militante e alla coerenza politica che contraddistingue i comunisti greci, che diventa possibile sbaragliare persino una “montagna” come Syriza (e il topolino partorito dal suo travaglio, Unità Popolare). Evidentemente, questa montagna è in realtà fatta di cartapesta…