*di Giuseppe Raiola -SGB Sindacato Generale di Base
In questi giorni è circolata su Facebook (come potete vedere in fondo all’articolo,ndr), tra vari post sulle lotte in Francia, un selfie di Renzi, di qualche anno fa, con alcuni operai FCA (ex FIAT) ed è subito stato usato per rilanciare il solito refrain secondo cui in Francia si fanno le lotte solo perché la classe operaia è più avanzata, combattiva, mentre gli italiani sono diventati tutti “cadaveri” o comunque persone incapaci di reagire a tutto quello che fa il Governo. Come se 10 persone fossero rappresentative di un’intera classe sociale. Secondo questa tesi, per noi che viviamo e lavoriamo in Italia, non ci sarebbe più nulla da fare. Lavorando e vivendo in un Paese abitato da esseri inferiori, non ci rimarrebbe dunque che accettare e subire, senza fiatare, tagli di stipendi, di posti di lavoro, continui innalzamenti dell’età pensionabile, inasprimento dei ritmi di lavoro, libertà di licenziamento e tutto il resto…Il livello, innegabilmente basso, di conflittualità generale nel Paese andrebbe interamente addebitato al “popolo bue italiano” in contrapposizione al “popolo eroico e rivoluzionario francese”.
Peccato però che a portare avanti questa tesi siano soprattutto quegli stessi sindacalisti che non hanno indetto nemmeno un minuto di sciopero contro il Jobs Act di Renzi ma hanno preferito, tanto per giustificare la propria esistenza, annunciare e poi avviare una raccolta di firme per un futuro referendum abrogativo. Qualcosa di molto simile è avvenuto anche nel comparto Scuola dove gli stessi sindacati che il 5 maggio 2015 hanno scioperato contro la c.d. buona scuola, l’ 8 aprile 2016 hanno poi firmato la resa senza condizioni con Renzi e Giannini, sottoscrivendo un Contratto sulla mobilità interna che implementa tutti capisaldi della legge contro cui avevano chiesto ai lavoratori di scioperare il 5 maggio. Sempre per loro “coerenza”, sono tuttavia ancora impegnati a raccogliere le firme per un referendum abrogativo di alcune parti della Legge “Buona Scuola”. Come era naturale che accadesse, l’adesione allo sciopero Scuola del 20 maggio 2016 proclamato da CGIL CISL UIL ha avuto un’adesione inferiore all’ 8% del personale interessato. E’ un esempio attendibile, visto che parliamo di un comparto di oltre 1 milione di dipendenti, del perché molta gente non vuole fare sciopero nel nostro Paese.
Invece di postare dunque foto qualunquiste e disfattiste come questa, sforziamoci di riflettere, criticamente e costruttivamente, sulle cause di questo riflusso che non è affatto detto che duri in eterno. Ricordiamoci delle tesi sulla concertazione sindacale secondo cui i lavoratori non avrebbero mai dovuto scioperare contro un Governo “amico”. Grazie a quella concertazione, a quella pace sociale imposta dall’alto delle burocrazie sindacali collaborazioniste, i vari Governi Prodi e D’Alema hanno potuto comodamente introdurre la flessibilità dei rapporti di lavoro, i voucher, i finanziamenti pubblici alle scuole private etc. Secondo la CGIL bisognava scioperare infatti solo contro il governo Berlusconi. Ricordiamoci pure dei vari super opportunisti alla Bertinotti (con tutti i suoi eredi e seguaci) secondo cui il movimento operaio era destinato ai libri di storia, bisognava infatti diventare tutti No global, pacifisti e via cantando. E che dire poi della lunghissima parentesi del tanto compianto Pannella, finanziata direttamente dagli USA, per diffondere in Italia la sottocultura dei referendum, degli scioperi della fame e della sete (ovviamente fatti da Pannella solo in TV altrimenti sarebbe morto almeno 40 anni prima) e di tutta una serie di metodi di lotta finti ed inutili che servono solo a confondere i lavoratori e ad indebolire l’importanza dello sciopero.
Ecco , nel 2016 lavoratori e studenti francesi tengono un Paese totalmente bloccato da scioperi veri, nessuno propone referendum o scioperi della fame o fesserie del genere contro il Jobs Act del presidente “socialista” Hollande. Questa si chiama lotta di classe che ci sarà sempre in ogni angolo del mondo con buona pace di tutti gli opportunisti falliti. La Francia del 2016 smentisce ancora una volta non i lavoratori italiani ma i nostri rottami sindacali e politici, i vari apologeti alla Pannella, Bertinotti o alla Landini che caccia dal suo sindacato i delegati FCA che fanno gli scioperi contro i sabati lavorativi imposti da Marchionne. Piangersi addosso non è mai servito a nulla. Definirci, umanamente e culturalmente, inferiori ai nostri cugini francesi non ci assolve dalle nostre responsabilità. E’ semplicemente ridicolo come è ridicolo questo post. Impegniamoci invece ad essere realmente solidali con i lavoratori francesi prendendo esempio da loro, con i fatti e non le chiacchiere sui social network. I lavoratori, i cittadini, gli studenti lottano solo se vengono messi nella condizione di farlo e se ne percepisce l’utilità e l’importanza. Impegniamoci a costruire un blocco sindacale fuori da CGIL CISL UIL e da tutto il nuovo quadro concertativo del Testo Unico del 10 gennaio 2014. Il processo è già cominciato, bisogna solo scegliere da che parte stare.