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Se i padroni fanno ciò che vogliono

Pubblichiamo volentieri un’altra lettera proveniente, stavolta, dal figlio di una lavoratrice che testimonia tutte le angherie e le difficoltà che patisce la classe operaia di questo paese, ma non solo. Essa ci dimostra, per l’ennesima volta, come le classi sociali esistano ancora (con buona pace di tanti intellettuali e sinistroidi), che la lotta di classe non è mai terminata, e che purtroppo la sta vincendo la Borghesia. Di fronte allo strapotere e all’arroganza dei grandi monopoli, delle multinazionali e dei padroni (che non hanno altra bandiera che quella del “soldo”) dobbiamo impegnarci ancora di più per creare un sindacato di classe, che faccia gli interessi esclusivi dei lavoratori, e del Partito Comunista, avanguardia di questa bistrattata classe lavoratrice. Per prenderci il futuro!
Quello per cui il FGC sta lottando, da quando è nato.

*di Mario Sacco

Vorrei raccontarvi l’ennesima storia su come funziona il mondo del lavoro nella mia città, Cosenza, dove, oltre al lavoro in nero e buste paga che non rispecchiano il compenso reale, purtroppo capita spesso che dipendenti con contratti regolari non ricevano la paga per mesi! La storia che racconto non è la mia, ma di mia madre, la quale fino al 2015 era dipendente di un centro diagnostico e, che a causa di una scissione della società, è stata convinta dalla società stessa a dare le dimissioni, venendo riassunta dalla stessa societá in una nuova sede.

Prima di questa situazione aveva un contratto a tempo indeterminato e prendeva 1300 euro al mese, purtroppo non retribuita regolarmente, ed ora ha un contratto part-time a 700 euro al mese e continua a non essere retribuita regolarmente. Da ciò si capisce subito che chi ci ha guadagnato sono stati i padroni, che le hanno dimezzato lo stipendio e hanno anche potuto assumerla a tempo determinato, quindi ancora più ricattabile perché se alza la voce non le rinnovano il contratto, grazie al Jobs Act, prendendo anche incentivi in quanto risulta una nuova assunzione! Come se non bastasse avanza migliaia di euro di TFR che non vedrà mai perché affermano di non poter pagare; tutta questa situazione è una mortificazione non solo per lei, che si trova in difficoltà a mantenere la nostra famiglia, ma per tutti i lavoratori che sono nelle sue stesse condizioni, che sono costretti a lavorare come bestie nella speranza di vedere a fine mese almeno una parte del frutto del loro lavoro, mentre sappiamo bene che i soci delle suddette società questo problema certo non lo riscontrano.

Un’altra denuncia che vorrei fare è sullo scarso livello di sindacalizzazione dei vari dipendenti del settore privato, che vengono imbrogliati dai propri datori di lavoro perché non conoscono i loro diritti e perché troppo spesso ritengono queste persone più oneste di quanto realmente siano. Spero che questa lettera possa spingere altri lavoratori che sono nella stessa situazione a venir fuori e raccontare la loro situazione, certo è che rimane tanta rabbia da parte di chi è sfruttato, abbandonato anche da chi dovrebbe tutelarlo, e non può far niente per far valere i propri diritti!

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