È andata in onda ieri notte la prima puntata di “Giovani e Ricchi” la nuova serie di Rai2 che descrive la storia di giovani figli di ricchi imprenditori e ereditieri. Nella prima puntata la storia di quattro di loro, una specie di pugno nello stomaco per milioni di giovani alle prese con disoccupazione, precarietà e le difficoltà quotidiane di quella stragrande maggioranza di giovani che ha avuto la “sfortuna” di nascere da famiglie di semplici lavoratori. Si passa da macchine di lusso rivestite d’oro o di velluto, allo sfoggio di abiti, scarpe (a centinaia ovviamente), frequentazioni di club esclusivi, vacanze da migliaia e migliaia di euro, fino al cuoco personale a casa che cucina anche per il cane, con tanto di grattatina di oro 24 carati.
Scelta davvero discutibile quella della televisione pubblica, che probabilmente sonda il terreno su un tipo di intrattenimento già diffuso a livello internazionale, specialmente in America, e oggi accessibile in Italia tramite i canali del digitale terrestre. Per quanto bisogna riconoscere una certa sobrietà giornalistica nell’affrontare il tema, diventa davvero difficile capire il bisogno di un programma del genere. Specialmente perché il non detto, o il detto tra le righe, è sempre il solito ritornello secondo cui alla fine tutti con sforzo e impegno possono accedere a questa condizione. Lo si percepisce anche dalle interviste fatte a ragazzi “normali” all’interno del programma, da cui trapela non certo l’odio di classe e qualche domanda sull’intestazione a fini fiscali del macchinone – che ci siamo fatti noi – ma una evidente ricerca di immedesimazione e giustificazione. Da sempre l’arma più potente per il capitalismo, che riduce a “invidiosi” – come più volte detto dagli stessi protagonisti- quelli che invece fanno presente l’insostenibilità, e l’ingiustizia di un sistema del genere. Non a caso nessuno dei protagonisti ha avuto qualche “merito” nella sua ricchezza, e la stragrande maggioranza dei loro coetanei laureati, non certo nelle università private, stenta a trovare un lavoro dignitoso.
In una nota il Fronte della Gioventù Comunista ha chiesto alla Rai il ritiro del programma. «In Italia c’è il 40% di disoccupazione giovanile, la precarietà è l’unica condizione di vita che la nostra generazione potrà conoscere. Milioni di giovani ogni giorno combattono con stipendi da fame per pagare un affitto e sopravvivere, senza possibilità di costruirsi un futuro certo. Basterebbe questo a fare di “Giovani e Ricchi” una trasmissione fuori posto. Un programma che descrive la vita di giovani parassiti della società, che hanno avuto l’unica fortuna di nascere figli di papà, privi di ogni senso della misura e del gusto, il cui unico intento sembra ostentare sui social network il loro censo. In noi ha risvegliato un sano odio di classe».