Domani in Grecia gli studenti delle scuole superiori scenderanno in piazza in 27 città contro la riforma della scuola proposta dal governo Tsipras. Una riforma che introdurrebbe esami intermedi da sostenere nel corso delle scuole superiori, vincolerebbe l’accesso all’università a determinati esami affrontabili solo nei licei (precludendone quindi l’accesso agli studenti dei tecnici e professionali), introdurrebbe un numero minimo di ore che lo studente dovrà dedicare ad “attività sociali” per accedere al diploma, nonché la possibilità di non finire gli studi e ricevere comunque una “certificazione” del livello di istruzione raggiunto.
Misure criticate dagli studenti greci, secondo cui la riforma aumenterebbe il classismo all’interno del sistema scolastico. L’espressione “attività sociali”, secondo gli studenti, celerebbe la volontà del Governo Syriza-Anel di introdurre un modello simile a quello dell’alternanza scuola-lavoro introdotto in Italia dalla “buona scuola”, mentre la possibilità di ottenere certificazioni intermedie se si abbandonano gli studi favorirebbe l’abbandono scolastico.
In sostegno alla mobilitazione del 7 novembre e agli studenti greci è stato lanciato dall’Italia un appello di solidarietà, a cui hanno aderito centinaia di rappresentanti degli studenti e di collettivi. Fra i firmatari spiccano anche l’Unione degli Studenti, che ieri ha rilanciato l’appello contro la riforma della scuola di Tsipras, e decine di rappresentanti di Istituto e di Consulta del Fronte della Gioventù Comunista, sin dall’inizio impegnati per la diffusione dell’appello. Alla manifestazione di Atene sarà presente anche una rappresentanza dall’Italia.
«In questi giorni in Grecia sta avvenendo qualcosa di molto simile a ciò che è successo in Italia» – si legge nell’appello degli studenti Italiani – «Come rappresentanti degli studenti e collettivi delle scuole italiane esprimiamo il nostro pieno sostegno alla lotta degli studenti greci contro la riforma della scuola che il governo Syriza-Anel promuove su pressione dell’Unione Europea. Quello che avviene in Grecia, in linea con quanto avvenuto in Italia, dimostra che oggi esiste un attacco condotto dai padroni in tutta Europa, che mira a dequalificare l’istruzione per abbassare il costo del lavoro e condannarci alla precarietà. Contro questo attacco noi studenti rispondiamo uniti, lottando per un’istruzione gratuita e accessibile a tutti, per una scuola che sia fatta per gli studenti e non per i padroni.»