È di poco fa la notizia dell’ennesima uscita infelice di Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro del Governo Renzi e ora del nuovo Governo Gentiloni. Secondo Poletti, riporta l’Ansa: « Conosco gente che è andata via e che è bene che stia dove è andata, perché sicuramente questo Paese non soffrirà a non averli più fra i piedi. Bisogna correggere un’opinione secondo cui quelli che se ne vanno sono sempre i migliori. Se ne vanno 100 mila, ce ne sono 60 milioni qui, sarebbe a dire che i 100 mila bravi e intelligenti se ne sono andati e quelli che sono rimasti qui sono tutti dei “pistola”. Permettetemi di contestare questa tesi». Il Ministro ha poi rincarato la dose definendo l’emigrazione in altri paesi europei come una “opportunità”: «È bene che i nostri giovani abbiano l’opportunità di andare in giro per l’Europa e per il mondo. È un’opportunità di fare la loro esperienza, ma debbono anche avere la possibilità di tornare».
Di tutt’altro avviso il Fronte della Gioventù Comunista: «Le parole del Ministro Poletti sono inaccettabili, uno schiaffo alle migliaia di giovani costretti a emigrare» – ha risposto così Lorenzo Lang, Segretario Nazionale del FGC «I giovani emigrano perché in Italia non c’è lavoro, perché riforme come il Jobs Act, che porta la firma di Poletti, li condannano a un futuro di precarietà. L’emigrazione è un’opportunità per le imprese che ottengono un ricambio di manodopera a basso costo, per i giovani c’è solo la sofferenza di abbandonare la propria terra.»
«Il Ministro Poletti dovrebbe dimettersi visti i risultati del Jobs Act» – ha concluso Lang, che risponde al Ministro ricalcando le sue parole – «Siamo sicuri che i giovani delle classi popolari, i giovani precari, disoccupati, che vivono in periferia, non ne sentirebbero minimamente la mancanza».