Centinaia di studenti romani hanno manifestato questa mattina, dopo oltre 10 giorni di disagi nelle scuole dovuti al malfunzionamento degli impianti di riscaldamento e alle carenze dell’edilizia scolastica. Il corteo è partito da Piazzale Ostiense, raggiungendo il Ministero dell’Istruzione in Viale Trastevere. «Scuole a pezzi, studenti al gelo: soldi alla scuola, non alle banche» – questo lo striscione in testa al corteo.
Numerose le carenze denunciate dagli studenti: «Nella mia scuola i termosifoni erano tutti spenti» – ha raccontato Giorgio Belfiori, studente dell’ITIS “Hertz” – «è inaccettabile che gli studenti entrino a scuola e la trovino gelata, abbiamo già protestato con un sit-in e oggi continuiamo a mobilitarci». «Noi siamo tornati a scuola sabato 7 gennaio e l’abbiamo trovata gelida, dopo un’ora siamo stati costretti a tornare a casa», ha raccontato Giulio Chiaramonti, rappresentante del Liceo Orazio. Qualcuno si è anche armato di termometro, come Chiara Badiali, rappresentante del liceo Carducci: «da noi la temperatura oscilla dai 10° ai 14°, quando per legge dovrebbe essere almeno di 18°».
Gli studenti hanno raggiunto il Ministero dell’Istruzione, dove Francesca Palisi e Pietro Fulvi, Consiglieri di Presidenza nella Consulta Provinciale degli Studenti, eletti nelle liste del Fronte della Gioventù Comunista (FGC) sono stati ricevuti da un funzionario. «Col nuovo Ministro il Governo punta a riprendere consenso nel mondo della scuola, e oggi per la prima volta dopo anni il Miur ha ricevuto una delegazione di studenti. Purtroppo però abbiamo avuto soltanto parole e nulla di concreto» – questa la dichiarazione della delegazione appena uscita dal colloquio con il Miur – «Ci raccontano di piani già in atto per una riqualificazione delle scuole che non si vede da nessuna parte. Di fatto questo governo a parole fa grandi cose, ma continua a non volersi assumere la responsabilità di ciò che avviene nelle scuole. C’è piena continuità col governo Renzi, a partire dalla recente approvazione delle deleghe della Buona Scuola».
«Alle scuole romane, e italiane, servirebbe un serio piano di messa in sicurezza e quanto successo negli ultimi giorni a Roma l’ha dimostrato. Cambiano i governi ma nessuno vuole affrontare questa problematica, si preferisce piuttosto continuare a regalare miliardi alle banche» – lo ha affermato Silvia Scipioni, resp. scuola del FGC di Roma – «Migliaia di scuole in tutta Italia non sono a norma, e a Roma larga parte del patrimonio edilizio è del dopoguerra, se non precedente. Serve stanziare nuovi fondi per l’edilizia scolastica garantendo una riqualificazione che sia reale e libera da speculazioni: sulle necessità degli studenti non possono mangiare i soliti noti».
«Non accettiamo i tentativi del governo di nascondersi dietro ad una presunta emergenza maltempo» – ha dichiarato infine Alessio Angelucci, Segretario del FGC di Roma – «La scuola di oggi, che non riesce a garantire condizioni dignitose agli studenti, è quella che hanno costruito l’UE e i vari governi di centrodestra e centrosinistra con anni di politiche disastrose, di cui la buona scuola è l’ultimo tassello. Le responsabilità politiche sono evidenti, gli studenti in piazza oggi lo sanno e continueranno a lottare per conquistare una scuola sicura, gratuita e di qualità».