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Salonicco. Intervento del FGC all’iniziativa internazionale sull’immigrazione

Pubblichiamo l’intervento del FGC (video) all’iniziativa internazionale “Solidarietà ai rifugiati. Il nostro nemico è il capitalismo che genera crisi, guerre e rifugiati” organizzata dalla Gioventù Comunista di Grecia (KNE) presso l’Università della Macedonia a Salonicco, cui hanno partecipato anche le gioventù comuniste di Spagna (CJC), Turchia (TKG), Serbia (SKOJ) e Germania (SDAJ). Scopo dell’incontro il rafforzamento della comune azione di solidarietà con immigrati e rifugiati, e della lotta contro la guerra e le unioni imperialiste di UE e Nato, contro il sistema capitalistico che genera crisi, guerre e sfruttamento.

Cari compagni,

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Il manifesto dell’evento internazionale.

Porto il saluto del Fronte della Gioventù Comunista a questa vostra importante iniziativa. Accrescere la discussione tra le organizzazioni giovanili comuniste, lo scambio di esperienze, la realizzazione di iniziative comuni è a nostro parere, la strada giusta che il movimento comunista internazionale deve percorrere. Solo in questo modo i comunisti potranno rafforzarsi e ritrovare unità ideologica e di azione a partire da una comune strategia rivoluzionaria, in grado di combattere l’opportunismo e i cedimenti politici e ideologici di questi anni.

Il tema dell’immigrazione, della condizione dei rifugiati, è un tema centrale in questo momento. Tutti i nostri paesi sono doppiamente coinvolti per le loro responsabilità politiche e perché interessati da fenomeni di immigrazione. Sappiamo anche che sull’immigrazione le forze reazionarie e spesso apertamente fasciste conquistano consensi, anche purtroppo tra settori della classe operaia e delle masse popolari. Una comune azione dei comunisti è dunque non solo giusta ma necessaria perché la condizione di immigrati e rifugiati è il prodotto delle contraddizioni dell’imperialismo ed è il terreno su cui i comunisti devono essere capaci di costruire unità di classe, rompendo ogni frammentazione su base nazionalista e identitaria.

L’immigrazione non è un fenomeno naturale e spontaneo, come pure una parte della sinistra europea la presenta. L’immigrazione è il prodotto delle contraddizioni dell’imperialismo. Se milioni di persone lasciano la loro terra per cercare una vita più dignitosa, è perché nei loro paesi scappano dalla fame, dalla miseria, spesso dalla guerra. In questo senso, non crediamo abbia una differenza cruciale dividere tra immigrazione dovuta alla guerra da una parte e alle condizioni economiche dall’altra, ossia tra rifugiati e immigrati. La matrice di queste condizioni è comune. Ci sono paesi nei quali non vi è la guerra, o forse solamente non vi è ancora, perché i grandi monopoli hanno condizioni per poter operare liberamente. L’impoverimento di interi paesi, lo sfruttamento delle risorse locali operato dalle borghesie nazionali e dai grandi monopoli internazionali comprime la condizione dei lavoratori, dei piccoli produttori, costringendoli a lasciare la loro terra.

Quando questo non accade con i mezzi ordinari che i settori imperialisti utilizzano (la forza economica, la corruzione, governi compiacenti), si ricorre alla guerra. Lo abbiamo visto in Jugoslavia, Afghanistan, Iraq, Libia, Siria, in molti paesi del centro africa dove gli interventi imperialisti europei hanno assunto anche la forma di interventi militari diretti o indiretti. In tutti questi casi milioni di persone non hanno altra alternativa che fuggire dalla propria terra per scappare alla morte, alla distruzione.

Queste verità sono incontrovertibili. Le responsabilità di quanto accade ricadono sui grandi monopoli, sono il prodotto delle contraddizioni di questo modello di sistema, sono le politiche che consentono a poche decine di persone che controllano le grandi società del pianeta, di avere la stessa ricchezza di metà degli abitanti della Terra. Chiunque voglia mettere fine al dramma dell’immigrazione, non può che puntare il dito contro l’imperialismo, lottando nei propri paesi contro i monopoli, e per ottenere l’uscita del proprio paese dalle alleanze imperialiste come la UE, la Nato che sono responsabili di questa condizione.

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Alessandro Mustillo (Segreteria nazionale FGC) interviene all’iniziativa.

Ma questo cari compagni, è ancora solo una parte del nostro lavoro. La grande capacità del capitale di nascondere le proprie responsabilità è accompagnata dall’utilizzo strumentale dell’immigrazione per dividere la classe operaia e le masse popolari. I mass media, le forze di destra e fasciste soffiano su queste contraddizioni per mettere i lavoratori gli uni contro gli altri, per sostituire nelle coscienza popolari la lotta contro il capitale con la lotta contro l’immigrato. In Italia ogni giorno ci sono trasmissioni televisive che sostengono che gli immigrati tolgono lavoro agli italiani, che tolgono la casa, i posti negli asili e nelle scuole pubbliche, sui trasporti pubblici. Ogni avvenimento criminale produce più attenzione e sdegno se commesso da immigrati. Si tratta di una strategia che vuole far ricadere altrove le responsabilità della crisi economica.

E’ una vecchia strategia. Ma purtroppo sempre attuale. Già Marx evidenziava come la contrapposizione tra lavoratori inglesi e irlandesi fosse il segreto della tenuta del potere della borghesia inglese dicendo: «Questo antagonismo è artificialmente mantenuto e intensificato dalla stampa, dagli oratori, dalle caricature, in breve da tutti i mezzi di cui dispongono le classi dominanti. Questo antagonismo è il segreto dell’impotenza della classe operaia inglese, a dispetto della sua organizzazione. E’ il segreto grazie al quale la classe capitalista mantiene il suo potere. E questa classe ne è perfettamente cosciente».

Nei primi anni del ‘900 in Italia l’immigrazione dal Sud verso il Nord del Paese, voluta dalla borghesia italiana per lo sviluppo industriale italiano, creò situazioni simili. In quell’occasione il movimento socialista non riuscì ad essere fattore di unificazione tra lavoratori, finendo per alimentare anch’esso diffidenze e divisioni. I comunisti furono i primi a lavorare nella direzione di una reale unità di classe tra lavoratori del nord e del sud del paese, e i risultati di questa unità si sono visti nelle lotte contro il fascismo e del dopoguerra.thessaloniki_kne5

I comunisti alla loro lotta contro l’imperialismo devono saper unire la costruzione dell’unità di classe dei lavoratori indipendentemente dalla nazionalità, dal paese di provenienza, da ogni forma di divisione culturale, religiosa. Solo questa lotta è in grado di spezzare la propaganda della destra, di rigettare l’idea della lotta tra poveri, per unire le file della classe operaia e delle masse popolari contro i capitalisti, contro i responsabili della crisi, della disoccupazione, delle privatizzazioni, gli stessi responsabili delle politiche imperialiste che costringono milioni di persone ad abbandonare la loro terra. Solo così saremo in grado di arginare i rischi di una svolta reazionaria in Europa, e accumulare forze per un cambiamento rivoluzionario.

Questa è la lotta del nostro tempo, la lotta contro l’imperialismo che schiaccia la condizione dei lavoratori, che costringe milioni di persone ad emigrare, che in nome del profitto di pochi produce povertà per la stragrande maggioranza della popolazione dei nostri paesi e del mondo intero. Questa lotta, che voi comunisti greci conducete con forza e con capacità più avanzate di molti altri paesi europei, è per noi fonte di studio, di ammirazione e di esempio.

Vi ringraziamo di questa iniziativa internazionale e del lavoro svolto in questi giorni, che riporteremo in Italia e sarà per noi materiale di discussione per migliorare la nostra azione politica e le nostre capacità organizzative. La vostra lotta è la nostra lotta, il vostro fine è il nostro fine: quello di una società socialista-comunista, unica in grado di garantire un futuro di pace, di progresso, di fratellanza e solidarietà, contro la barbarie capitalista che oggi conduce allo sfruttamento, alla disoccupazione, alla guerra.

Viva la classe operaia!

Viva l’internazionalismo proletario!

Viva il Partito Comunista e la gioventù comunista di Grecia e la fratellanza tra le nostre organizzazioni!

Salonicco, 08/04/2017

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