Si è conclusa ieri a Spoleto la scuola quadri nazionale del Fronte della Gioventù Comunista (FGC). È la prima tappa di un percorso annuale fatto di diversi incontri, che costituisce il primo livello di formazione dei quadri della gioventù comunista, destinato a circa 50 militanti ogni anno. Sabato mattina si sono tenute le prime lezioni sul materialismo storico e dialettico e l’economia politica marxista; nel pomeriggio la lezione sull’imperialismo e un dibattito sulla situazione politica internazionale. La giornata di ieri è stata dedicata alle lezioni sulla teoria dello Stato, sull’arte dell’organizzazione e sui rapporti fra classe, partito e sindacato. Nel pomeriggio si è tenuto un incontro con Mauricio Martinez Duque, Primo Segretario politico dell’Ambasciata della Repubblica di Cuba. Già nel 2013 il FGC aveva tenuto un primo corso di formazione a Roma.
«Il fatto di programmare l’organizzazione annuale di una scuola quadri e di percorsi di formazione rappresenta una rottura vera e propria con la prassi delle organizzazioni opportuniste, in cui c’era tutto l’interesse affinché i militanti non fossero formati» – ha commentato Alessandro Mustillo, responsabile della formazione nel FGC – «Gramsci diceva che il compito dei dirigenti nei confronti dei militanti è quello di “negare sé stessi”, utilizzando la formazione teorica per elevare il livello dei quadri e dei militanti dell’organizzazione».
«Quando fondavamo il FGC, cinque anni fa, ci siamo detti che la gioventù comunista è prima di tutto un percorso di formazione» – ha detto Lorenzo Lang, segretario nazionale del FGC – «oggi ci sono tanti compagni che si formano come quadri comunisti, pronti a dare un contributo in prima linea alla ricostruzione comunista in Italia. Tanti nostri militanti si sono uniti al FGC a partire dall’impegno concreto che la nostra organizzazione spende nelle scuole, nelle università, ecc. Questo è assolutamente normale per un’organizzazione giovanile. Ma proprio uno dei compiti dell’organizzazione giovanile sta nella crescita politica dei compagni, che da semplici militanti devono diventare quadri comunisti e rivoluzionari. È una delle maggiori sfide per ricostruire la presenza dei comunisti in Italia a partire dalle nuove generazioni che oggi si affacciano alla lotta».