Ci sono i poveri a Montecarlo? Basta questa domanda a mandare su tutte le furie Flavio Briatore, ospite della trasmissione Tiki Taka, su Italia Uno, collegato in diretta proprio da Montecarlo. «Cominciate a guadagnare per potervi permettere Montecarlo, e non mi rompete i maroni parlando di ricchi e poveri», sbotta Briatore, che parla di “invidia sociale” e di “rancorosi” che ce l’hanno con i ricchi. «A Montecarlo i poveri non ci sono, non li fanno neanche entrare», afferma alla fine Briatore «Ognuno guadagna quel che merita. Quel che il mercato consegna a qualcuno, è perché quel qualcuno se lo merita. Io ho creato 3000 posti di lavoro, voi cosa avete fatto?».
Uno show di arroganza borghese in diretta TV. Lo stesso Briatore che ha scritto un libro sulla ricchezza, che da anni fa dello sfarzo in cui vive un vanto, proprietario del marchio Billionaire, ora si atteggia a vittima per una domanda di un conduttore che chiede se lì a Montecarlo esistono i poveri. E risponde sfoderando tutto il vecchio repertorio trito e ritrito, che tutti i padroni sfoderano quando si parla del loro lusso: lavorate sodo e guadagnerete pure voi, ma soprattutto “la mia ricchezza me la sono meritata, se il mercato me la concede significa che è giusta; io creo posti di lavoro, quindi ringraziatemi invece di guardare ai miei soldi”.
Il problema è proprio questo, caro Flavio: la tua ricchezza non è giusta, e tantomeno meritata. Al mondo non c’è ricchezza senza che qualcuno la produca. La ricchezza di Briatore è la ricchezza prodotta da migliaia di lavoratori alle sue dipendenze (dirette o indirette); forse andrebbe chiesto a loro se la ricchezza di Flavio Briatore, accumulata sul loro sudore e alle loro spalle, è meritata. Quando Briatore afferma di aver “creato posti di lavoro”, non dice che la maggior parte della ricchezza prodotta da quel lavoro finisce nelle sue mani. I padroni sono fatti così: fanno i loro interessi, ma cercano di convincerti che sono gli interessi di tutti, e ti chiedono anche di ringraziarli.
Briatore dice “invece di guardare ai miei soldi, lavorate e li farete anche voi”. Ma la verità è che i poveri non esistono per una loro speciale svogliatezza e improduttività nel lavoro. Così come i ricchi non sono ricchi in base a un loro particolare merito. I ricchi sono ricchi grazie alla ricchezza prodotta proprio dalle migliaia di “poveri” tanto disprezzati, o meglio dei lavoratori, che finisce nelle mani dei Briatore di turno. Una classe parassitaria, ormai utile solo a sé stessa e al proprio profitto, ma inutile per il resto della società. Parassiti che vivono nel lusso di posti come Montecarlo per una ragione precisa, cioè grazie allo sfruttamento di milioni di lavoratori, che con il loro sudore producono la ricchezza e i beni che tutti noi godiamo e consumiamo.
Le dichiarazioni arroganti di Briatore, che non usa mai mezzi termini quando si tratta di difendere la sua condizione di classe, ci ricordano proprio questo. Ci ricordano che, per quanto possano raccontarcelo, nonostante la crisi non siamo tutti sulla stessa barca. C’è chi vive a Montecarlo, e chi è costretto a non arrivare a fine mese per permettere ai padroni di vivere a Montecarlo. O, come nel caso di Alitalia, c’è un manager che si assicura un buono uscita di 2,5 milioni di euro, mentre migliaia di lavoratori rischiano di essere licenziati e di finire per strada. Qualunque sia il padrone a cui si voglia guardare, non esiste ricchezza che sia innocente. Ogni padrone che vive nel lusso lo fa sulle spalle di centinaia di persone in carne ed ossa, e non potrebbe farlo altrimenti. Uscite come quella di Briatore, per quanto odiose, sono importanti perché ci ricordano la cosa più importante: i lavoratori «non hanno nulla da perdere fuorché le proprie catene. E hanno un mondo da guadagnare».