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Con gli immigrati si fanno più soldi che con la droga

Sono state arrestate 68 persone a Crotone nell’ambito dell’inchiesta Jonny sulla gestione del Cara (centro accoglienza richiedenti asilo) da parte della cosca ‘ndranghetista degli Arena. Fra gli arrestati ci sono anche il parroco di Isola Capo Rizzuto (KR), che ha intascato oltre 130 mila euro per servizi inerenti alla “cura delle anime”, e Leonardo Sacco, presidente della sezione calabrese e lucana della Confraternita delle Misericordie, uomo molto potente nella zona, gestore del Cara e amico di diversi politici locali.

Sacco avrebbe favorito nella concessione di appalti per i servizi al Cara la cosca degli Arena, che partecipava alle gare tramite ditte controllate e prestanome, facendogli intascare dal 2006 al 2015 36 milioni di euro su 103 totali e lasciando vivere i richiedenti asilo in condizioni disumane. Sembra che gli interessi degli Arena, grazie all’intercessione di Sacco, si siano estesi anche a due Sprar (centri di seconda accoglienza) nella zona e anche al Cara di Lampedusa.

Già dal 2015 il Cara di Crotone era finito agli onori della cronaca non solo per le condizioni inaccettabili in cui vivevano gli ospiti, ma soprattutto per la gestione illecita dei fondi statali. All’epoca però nessuno si era mosso, nonostante erano state revocate le certificazioni dell’antimafia ad alcune ditte dei prestanome degli Arena.

Come già emerso con Mafia Capitale, il business della gestione dei servizi nei centri di accoglienza fa circolare quantità enormi di denaro, talvolta rivelandosi per la criminalità organizzata più conveniente del traffico di droga e con meno rischi, tutto a scapito dei richiedenti asilo, trattati come bestie in strutture che assomigliano a nuovi lager. Un’inchiesta, quella sul Cara di Crotone, che smaschera la natura di classe della retorica razzista, che accusa gli immigrati di vivere nel lusso a spese degli italiani, poiché l’accoglienza costa 2 miliardi l’anno, ma ora sappiamo che questi soldi sono intascati da imprenditori e mafiosi locali, che ingrassano sulle spalle di chi fugge dalla fame, dalla povertà e dalla guerra.

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