Il 25 maggio 1937, esattamente 80 anni fa, si apriva l’Expo di Parigi dedicato al tema “Arte e tecnica nella vita moderna”. La foto dell’evento, qui riportata nella versione originale e in una riproduzione artistica a colori, è tutt’oggi una straordinaria testimonianza del clima che vi si respirava, e più in generale della situazione politica internazionale di quegli anni.
Il padiglione dell’Unione Sovietica e quello del Terzo Reich si trovano uno di fronte all’altro, quasi un’allegoria della rivalità fra i due paesi. In cima al padiglione sovietico, l’imponente opera della scultrice Vera Muchina, “L’operaio e la kolchoziana”, che alzano verso il cielo una falce e un martello. Di fronte, il padiglione della Germania nazista è sovrastato da una grande aquila che stringe una svastica fra le zampe.
Nel padiglione spagnolo, nella medesima esposizione, era esposta la celebre “Guernica” di Pablo Picasso, un’opera di denuncia contro i crimini nazisti nella guerra civile di Spagna, paese che il Terzo Reich aveva utilizzato come laboratorio per testare la forza devastante dei suoi nuovi armamenti.
Ma l’elemento che colpisce di più, avendo come riferimento la foto più famosa di quell’evento è la posizione della Tour Eiffel, che la prospettiva della fotografia ha relegato in una posizione centrale, in cui però sembra soltanto fare da sfondo alla rivalità espressa dai due padiglioni, quasi a rappresentare plasticamente l’atteggiamento di ostentata “neutralità” delle democrazie borghesi (Francia, Inghilterra, ecc), che fino all’ultimo rimasero a guardare dinanzi all’avanzata del nazismo, rendendosene di fatto complici. La Repubblica Spagnola, aggredita nel 1936 dai franchisti e dagli eserciti “volontari” del Terzo Reich e dell’Italia fascista, aveva avuto il suo unico sostenitore nell’URSS e nelle brigate internazionali organizzate dall’Internazionale Comunista, nel silenzio delle potenze “democratiche”. Un anno dopo, Hitler avrebbe aggredito la Cecoslovacchia e annesso l’Austria, ottenendo l’avallo a ogni sua pretesa da parte di Francia e Inghilterra, fino all’ultimo convinte di poter spingere il nazismo esclusivamente contro l’Unione Sovietica.
Quella dell’Expo del 1937 è insomma una di quelle fotografie che ha scritto la storia, non a caso riprodotta su decine di cartoline o francobolli. A riguardarla col senno di poi, conoscendo la storia degli anni successivi, l’immagine dei due padiglioni sembra quasi preannunciare la grande guerra antifascista che di lì a qualche anno sarebbe stata combattuta. La celebre scultura sovietica è oggi conservata a Mosca, e resta un capolavoro indiscusso del realismo socialista.