di Lorenzo Vagni
Il 12 giugno è nella Federazione Russa un giorno di festa nazionale, denominato Giornata della Russia (Den’ Rossii), a volte chiamato impropriamente Giorno dell’Indipendenza (Den’ nezavisimosti). In questa data vengono effettuati annualmente festeggiamenti, concerti, spettacoli pirotecnici, parate militari, rievocazioni storiche, celebrazioni religiose, e vengono consegnati premi e riconoscimenti a personaggi che si siano distinti nei vari campi delle arti, della scienza e dello sport.
Verrebbe da chiedersi a quale particolare ricorrenza si riferisca una festa nazionale di così grande importanza. La Giornata della Russia commemora la data del 12 giugno 1990, giorno in cui il Congresso dei Deputati del Popolo della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa, allora repubblica federata dell’Unione Sovietica, ratificò la Dichiarazione di Sovranità Statale della RSFS Russa, che sanciva il primato delle leggi russe su quelle sovietiche, l’uguaglianza legale di tutti i partiti e le organizzazioni, la separazione dei poteri all’interno dello stato e l’autonomia delle repubbliche di quella che di lì a breve assumerà il nome di Federazione Russa. La dichiarazione di sovranità fu voluta e firmata da Boris El’cin, allora presidente del Praesidium del Soviet Supremo della RSFSR, e fu l’inizio del processo di riforme che portò al definitivo collasso dell’Unione Sovietica, peraltro già pesantemente trasformata dai colpi inferti dal revisionismo di Chruščёv e Gorbačëv, che avevano minato l’impianto socialista dello stato.
L’11 giugno 1992 il Soviet Supremo della Federazione Russa proclamò il giorno del 12 giugno come festa nazionale, denominata inizialmente Giornata della Dichiarazione di Sovranità Statale della Federazione Russa. Con un decreto presidenziale del 1998, annunciato in pompa magna dallo stesso El’cin in televisione sui principali canali russi, la festa assunse la denominazione attuale. Dal 2003 la Giornata della Russia prevede lo svolgimento di festeggiamenti e celebrazioni. La festa del 12 giugno è cara anche all’attuale presidente, Vladimir Putin, che definì la giornata come un tributo alla «storica scelta che il popolo russo fece coscienziosamente all’inizio degli anni 1990».
La Giornata della Russia è quindi una festa dal carattere pseudo-nazionalistico. Risulta inoltre evidente come, con il pretesto di celebrare la ritrovata “sovranità nazionale” della Russia, si intenda al contrario celebrare l’inizio dello scioglimento dell’URSS e, di conseguenza, il crollo del socialismo reale nel paese in funzione anticomunista. È proprio per questa ragione che ad oggi, anche se in percentuali minori rispetto agli anni ’90, buona parte della popolazione russa non apprezza la celebrazione della Giornata della Russia: infatti, secondo uno studio del 2015, soltanto il 45% dei russi considera il 12 giugno come una giornata di festa.
La celebrazione della Giornata della Russia rientra nella duplice strategia attuata dalla Russia odierna nei confronti del proprio passato: da una parte l’utilizzo strumentale dei più gloriosi episodi della storia sovietica accuratamente riletti in funzione nazionalistica e svuotati del proprio contenuto di classe, come ad esempio quanto avviene in occasione della celebrazione della Giornata della Vittoria, dall’altra la criminalizzazione della propria storia di stato socialista e del comunismo in generale, dipinto, come nel caso del 12 giugno, come un male di cui festeggiare la sconfitta.