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Quel giovane talento che viene da Pyongyang

*di Mattia Greco

È bastata una partita al diciannovenne nordcoreano Han Kwang-Son per stupire tifosi e stampa. Una tripletta alla sua prima apparizione con la maglia del Perugia che ha regalato la vittoria alla sua squadra (partita finita 5-1 in casa della Virtus Entella). Nella passata stagione era già arrivato il debutto nella massima serie con il Cagliari, che ancora detiene il suo cartellino, e anche la prima marcatura nel 3-2 contro il Torino. Già da tempo Han fa parlare di se, considerato un talento in patria e inserito dalla rivista Guardian tra i 50 calciatori under 18 più forti al mondo. Dopo la vittoria della coppa d’Asia con la nazionale nordcoreana under 16 sono arrivate tante proposte da club europei per il giovane Han che alla fine si è trasferito in Italia e nei primi mesi si è allenato in un’accademia, la ISM di Perugia.

Diversi sono i calciatori nordcoreani che giocano in Europa, molti di questi sono giovanissimi che hanno sfruttato a pieno gli investimenti che la Corea del Nord sta concentrando sullo sport. Investimenti mirati alla costruzione di infrastrutture moderne che permettono a tutti i giovani di praticare uno sport. In Italia qualche mese fa due deputati del Partito Democratico, Lia Quartapelle e Michele Nicoletta, hanno presentato un’interrogazione parlamentare sui giovani nordcoreani tesserati dalle società italiane (Napoli, Fiorentina e Cagliari), oltre ad Han anche Choe Song-Hyok in forza alla Fiorentina e altri due giovani tesserati nella giovanile del Napoli. Secondo i due deputati i club italiani avrebbero “finanziato lo Stato nordcoreano” con l’acquisto dei giovani calciatori violando le sanzioni internazionali imposte contro la Corea del Nord. Inoltre, continua l’interrogazione, vi è una “violazione dei diritti umani” in quanto i lavoratori nordcoreani che si trovano all’estero, anche se sportivi, subiscono una “limitazione dei rapporti con l’ambiente esterno” e sono addirittura accompagnati da un minder, un supervisore che controlla i loro movimenti. Insomma la solita propaganda contro la Corea Popolare, che arriva anche al mondo dello sport.

Ci hanno già pensato i compagni di squadra e lo staff del Cagliari a smentire le voci alimentate dall’interrogazione parlamentare e dai media che descrivevano Han come un ragazzo privato di ogni libertà. Ad esempio, secondo la stampa non poteva utilizzare Internet ed era costantemente controllato. I compagni di squadra, invece, rimasti sorpresi dalla bravura del ragazzo lo hanno accolto, integrandolo sempre di più nello spogliatoio. Ancora una volta notiamo come la storia di un semplice ragazzo, che è riuscito a realizzare il proprio sogno, si è trasformata in uno strumento per attaccare il paese da cui proviene.

Il campionato è appena iniziato e quindi spetta ad Han continuare a stupire, e a regalare emozioni agli appassionati di questo sport, smentendo tutte le voci che vogliono screditarlo.

Sono passati ancora pochi mesi dal suo debutto in Italia con la primavera del Cagliari a Viareggio, dove ha confezionato gol e giocate di classe, ma sembra che il giovane abbia già bruciato le tappe e sia pronto ad un ruolo da protagonista quest’anno a Perugia in Serie B. In molti hanno già gli occhi puntati su di lui, “il ragazzo venuto da Pyongyang”.

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