Inizia la scuola quasi in tutta Italia: mancano all’appello solo Emilia-Romagna, Toscana, Marche e Puglia, in cui l’apertura delle scuole è prevista per domani. Nel resto d’Italia le lezioni sono già iniziate, e non sono mancate le proteste degli studenti, che sin dal primo giorno di scuola fanno sentire la loro voce. Oggi è stato il primo giorno per gli studenti di ben 7 regioni, incluso il Lazio. A presidiare le scuole sono gli studenti che annunciano mobilitazioni per il prossimo 13 ottobre. In prima linea nelle proteste il Fronte della Gioventù Comunista (FGC), che con azioni nelle scuole di diverse città, fra le quali spiccano Roma, Milano, Torino, Napoli e altri importanti capoluoghi di regione e provincia, hanno lanciato la data di mobilitazione studentesca con lo slogan “Alziamo la testa”.
«La scuola che viviamo è sempre più lontana dalle esigenze degli studenti, è una scuola di classe piegata agli interessi delle imprese e dei loro profitti» ha dichiarato in una nota Alessandro Fiorucci, responsabile scuola del FGC «L’alternanza scuola-lavoro obbligatoria è la dimostrazione più chiara di questo stravolgimento: si permette ai padroni di sfruttare il lavoro gratuito di un milione e mezzo di studenti l’anno e risparmiare sulla formazione aziendale; si lascia alle imprese la possibilità di avere voce in capitolo sulla didattica e di sostituirsi allo stato nel finanziamento delle scuole. Mentre avviene tutto questo il diritto a un’istruzione di qualità è limitato o negato alla maggioranza degli studenti, tanto che un giovane su sei non riesce a finire il proprio percorso di studi. Questo modello educativo non valorizza le capacità degli studenti ma li educa alla precarietà e a un futuro di rassegnazione».
A lanciare la mobilitazione del 13 ottobre c’è anche l’Unione degli Studenti, sindacato studentesco che alcune sere fa ha esposto uno striscione a Roma davanti al Ministero dell’Istruzione: «dopo l’approvazione antidemocratica delle deleghe della 107, arrivano le dichiarazioni della ministra Fedeli sui licei brevi e sull’innalzamento dell’obbligo scolastico a 18 anni che sono fumo negli occhi di fronte ai disastri delle ultime manovre in materia di istruzione nel Paese che ci lasciano in mano il dilagante fenomeno della dispersione scolastica e di un sistema di alternanza scuola lavoro che insegna solo sfruttamento e svaluta il saper fare».
«Non siamo disposti a chinare la testa di fronte a tutto questo, abbiamo bisogno di un’educazione diversa e siamo determinati a conquistarla» ha poi aggiunto Fiorucci (FGC) «Siamo pronti a mobilitarci in tutta Italia, costruendo fin dai primi giorni di scuola la mobilitazione nazionale del 13 ottobre. Lottiamo per rivendicare una scuola che sia davvero a misura di studente, al servizio di noi futuri lavoratori e non delle imprese private. Cominciamo questo anno scolastico a testa alta, perché è più che mai necessario rispondere agli attacchi contro il nostro futuro».