TORINO. Diversi quotidiani hanno diffuso articoli riguardo l’occupazione del Liceo Scientifico Piero Gobetti di Torino, dando però, secondo gli studenti, informazioni parziali e incomplete. Cosa succede al Gobetti? Ne abbiamo parlato con i rappresentanti d’Istituto e vari studenti e militanti coinvolti.
“L’idea di organizzarci e protestare per i problemi della nostra scuola è nata dopo il corteo dello scorso 24 novembre, in cui siamo scesi in piazza per rivendicare salario e diritti in alternanza, quando l’Ufficio Scolastico non ci ha dato nessuna risposta riguardo ai problemi di edilizia nella scuola” ha detto Tommaso Greco, rappresentante d’Istituto del Gobetti e militante del Fronte della Gioventù Comunista (FGC) “per oltre 3 mesi dalla nostra elezione non è stato convocato nessun Consiglio d’Istituto nonostante le nostre pressanti richieste. Pensiamo che sia legato alla richiesta di abolire i 30 euro obbligatori che la nostra scuola impone ogni anno alle famiglie, “tassa” che si inserisce in quelli che sono i contributi scolastici “volontari”, vero e proprio grimaldello che negli ultimi anni ha permesso di tagliare sull’istruzione a spese delle famiglie che contribuivano sempre di più”
Si parla infatti di miliardi di euro tagliati all’istruzione pubblica dal 2008, tagli che chiaramente hanno influito sulla qualità dell’istruzione. Una situazione, quella al Gobetti, nella quale è cresciuta sempre di più la tensione tra la dirigenza e gli studenti, che affermano di essere inascoltati ormai da mesi.
“Dopo vari giorni di discussione molto accesa sulla scelta di occupare o meno, abbiamo deciso che fosse la soluzione migliore per farci ascoltare, per mettere in luce i nostri problemi che troppo spesso rimangono ignorati e per cambiare il nostro peso nella scuola che frequentiamo tutti i giorni” ci dice Giorgio, studente del Gobetti “ed effettivamente ha funzionato: a metà mattinata, una volta fissate le rivendicazioni degli studenti durante l’assemblea, sono scesi a parlarci sia il Preside che i tecnici della provincia”.
I tecnici della provincia hanno provato a rassicurare gli studenti sullo stato dell’edilizia scolastica nella scuola, arrivando a dire che il metodo migliore per prevenire incidenti è proprio quello di segnalare i problemi strutturali come crepe e situazioni pericolanti. “Ci è venuto spontaneo da rispondere che problemi di edilizia nelle nostre scuole non dovrebbero proprio esserci a prescindere dalle segnalazioni” ci dice Simon Vial, anche lui rappresentante d’Istituto e giovane comunista, “il preside ha prima provato ad intimidirci minacciandoci di sospensione per interruzione di pubblico servizio (nulla di più falso in quanto gli insegnanti hanno potuto entrare regolarmente dentro la scuola), per poi accettare le nostre richieste nel pomeriggio”.
Nel primo pomeriggio, raccontano gli studenti, l’occupazione è andata avanti ed è stata stilata una richiesta ufficiale in base alle rivendicazioni discusse e approvate nella mattinata dell’assemblea, mentre venivano organizzate aule studio e spazi autogestiti. “Alle ore 18 il Preside, dopo lunghe discussioni, ha accettato tutte le richieste della componente studentesca come l’introduzione di un’apposita commissione formata in numero pari da studenti e insegnanti che abbia potere per decidere i percorsi di alternanza”, così riportano i rappresentanti degli studenti. “Tra le altre richieste c’era quella di implementare il comodato d’uso dei libri nella scuola o ancora di avere un numero minimo di riunioni del Consiglio d’Istituto al mese. Le nostre richieste riguardo all’edilizia sono state accolte dalla città metropolitana che nei prossimi giorni avvierà l’appalto per la ristrutturazione delle parti più importanti e delicate della scuola”.
“Per noi oggi è una prima vittoria che ha cambiato i rapporti di forza dentro la scuola e ha permesso di dare attenzione ai problemi di tutti i giorni degli studenti. Sicuramente dovremo vigilare per assicurarci che le promesse non siano disattese”, così ha concluso Vial, che ricopre anche la carica di Vice Presidente della Consulta degli studenti di Torino – Consulta che si è recentemente espressa a favore delle proteste degli studenti per i problemi di edilizia – “problemi del Gobetti sono gli stessi di altre migliaia di scuole in tutta Italia. Per questo facciamo un appello a tutti gli studenti che vivono i nostri stessi problemi, a unirsi nella lotta per una scuola totalmente gratuita, accessibile a tutti e di qualità. Solo uniti e organizzati potremo conquistare una scuola fatta su misura per noi studenti”.