Gli studenti che scelgono il tema storico sono troppo pochi? Eliminiamolo dall’esame di maturità! Ecco l’ennesima novità sull’ Esame di Stato 2019, già oggetto di diverse modifiche da parte dei decreti attuativi della Buona Scuola e degli interventi dell’attuale Ministro Bussetti inseriti nel “milleproproghe”.
Ma perché così pochi studenti scelgono di sviluppare questa traccia? Sicuramente le ragioni sono diverse, e non si limitano a uno scarso interesse per la materia. In primo luogo gli argomenti proposti riguardano quasi sempre la seconda meta del Novecento. Nulla di strano, si tratta eventi a noi vicini che consentono collegamenti con il presente e riflessioni attuali. Peccato che nella quasi totalità dei casi gli argomenti in programma affrontati durante le lezioni con i professori si fermino al 1945, talvolta agli inizi del Novecento. Al di là della quantità di nozioni e dell’arco di tempo coperto, l’approfondimento di queste tematiche è lasciato alla buona volontà dell’insegnante, che negli ultimissimi mesi di scuola deve fare i conti con la preparazione all’imminente esame di Stato.
Lo scarso interesse per il tema storico all’Esame di Stato è un sintomo, non la malattia. Se gli studenti – e i professori – non vengono messi nelle condizioni di sviluppare adeguatamente i programmi, non ci si deve meravigliare dei dati sconfortanti sulla scelta della traccia. Se Pascoli o Boccaccio richiedono un mese di spiegazione ciascuno e la Guerra del Vietnam non merita nemmeno dieci minuti di lezione, non ci si può aspettare che i maturandi saltino nel vuoto appigliandosi unicamente alle loro conoscenze personali.
Anziché guardare ai limiti evidenti dei programmi ministeriali e più in generale dei cicli di studi, si preferisce tranciare la possibilità per gli studenti di esprimersi su un ambito fondamentale come quello storico. Questa decisione è lo specchio parziale di un ragionamento complessivo che ha animato le peggiori politiche sull’istruzione degli ultimi anni. Interi campi della conoscenza vengono ridotti all’osso e svuotati di contenuto, talvolta troncati alla radice perché non “necessari”. In altri casi invece degli argomenti trattati a lezione viene fornita una lettura univoca e approssimativa, improntata alla difesa a tutti i costi di questo sistema e alla demolizione delle esperienze rivoluzionarie nella storia.
Eliminare il tema storico non significa “razionalizzare” l’esame di maturità, ma svuotarlo di contenuti. Non è un fatto di poco conto, perché evidenzia l’indirizzo politico di questo governo sull’istruzione, che ha già dimostrato di essere in continuità rispetto ai precedenti. Anche per questo gli studenti di tutta Italia scenderanno in piazza venerdì 12 ottobre, per dare “uno schiaffo al governo del finto cambiamento”.