di Pietro Mazzucco e Luca Guglielminotti*
In questi mesi la Consulta degli Studenti di Torino ha svolto un’inchiesta sui temi di edilizia scolastica, alternanza scuola lavoro, diritto allo studio e trasporti in decine di scuole della provincia. La consultazione, attraverso una discussione durata diverse settimane e comitati negli istituti per raccogliere i dati e le osservazioni sulla realtà scolastica, ci permette per la prima volta di avere un’idea complessiva dei problemi degli studenti.
I dati raccolti dipingono un quadro impressionante: più di 1 scuola su 2 ha avuto dei crolli e non ha una temperatura sufficiente per lo svolgimento delle lezioni. Oltre il 45% degli studenti in alternanza lavora più di 8 ore al giorno e più della metà giudica l’esperienza di scuola-lavoro non formativa. Il costo degli abbonamenti al trasporto pubblico aumenta ogni anno a fronte di un servizio allo sbando, fatto di ritardi frequenti e sovraffollamento dei mezzi. Per quanto riguarda il costo della scuola, 7 istituti su 10 obbligano i ragazzi a pagare una quota obbligatoria del “contributo volontario” ed 1 studente su 3 ha subito minacce e pressioni da presidi e vicepresidi per versare questa somma.
Lo scorso 11 aprile abbiamo presentato i risultati dell’inchiesta agli assessori della città metropolitana di Torino, Barbara Azzarà e Antonino Iaria, entrambi del Movimento 5 Stelle.
Nel corso del dibattito ci si è concentrati molto sull’edilizia scolastica – che rientra appunto nelle competenze della città metropolitana – ma le risposte ricevute sono state a dir poco sconcertanti: gli esponenti dei 5Stelle hanno negato apertamente la situazione di emergenza in cui versano gli edifici scolastici, confermata da qualsiasi rapporto in merito e in ultimo dalla nostra inchiesta. Gli assessori hanno poi accusato le rappresentanze studentesche di fomentare un atteggiamento di “allarmismo” tra gli studenti.
Se da un lato spiegavamo a fondo i risultati della consultazione e le statistiche rilevate, dall’altro la città metropolitana affrontava la discussione senza alcun dato significativo, cercando di minimizzare ogni questione. Anzi, l’unica percentuale citata (da fonte sconosciuta) dall’assessore Azzarà segnala che l’89% degli interventi fatti per disintasare i bagni delle scuole sono causati da atteggiamenti di vandalismo degli studenti. Non solo si negano i crolli, le classi lasciate al freddo, i laboratori chiusi, le scuole sovraffollate per mancanza di spazi e l’assenza di prevenzione antincendio, ma si scarica la colpa di una situazione marginale sugli studenti, che si divertirebbero a lanciare lattine nei gabinetti.
Ecco un esempio reale del “cambiamento” annunciato dal Movimento 5 Stelle, che oggi con i suoi esponenti sembra essersi adattato perfettamente alle storture prima criticate. La stessa assessora che sostiene di essersi sempre battuta contro il contributo volontario lascia che nelle scuole di sua competenza la media richiesta arrivi ai 180 euro. L’unica svolta che abbiamo visto rispetto alle precedenti amministrazioni è forse una maggiore faccia tosta nel negare la situazione delle scuole per difendere l’indifendibile.
La farsa però non finisce qui: al termine dell’incontro, l’unica proposta concreta da parte delle istituzioni è stata dare al presidente della consulta, Simon Vial, la possibilità di affiancare il lavoro dell’assessore Antonino Iaria per un’intera giornata. “Assessore per un giorno”, ecco il nome del progetto con cui pensavano di mettere a tacere la voce degli studenti “comprando” con un po’ di visibilità chi lotta per una scuola diversa contro questo sistema marcio. Noi rappresentanti che viviamo quotidianamente la realtà disastrosa delle scuole pubbliche abbiamo rispedito subito al mittente la proposta, rilanciando l’offerta: forse dovrebbe essere l’assessore a farsi un giro nelle scuole per capire le ragioni di chi è costretto ad occupare la propria scuola affinché venga rispettata la temperatura minima in tutte le classi. Molti degli interventi di edilizia citati dagli assessori come in corso o in procinto di partire, infatti, sono stati programmati in risposta a una serie di occupazioni avvenuta lo scorso anno proprio per la questione del freddo nelle scuole.
Questo incontro, richiesto proprio dagli assessori a seguito del corteo del 22 febbraio, dimostra chiaramente quello che gridavamo in piazza con migliaia di studenti. Sulla scuola questo governo sta proseguendo sulla strada del disastro: tagli ai finanziamenti, autonomia scolastica e svuotamento della didattica, per continuare il progetto di una scuola classista nel segno delle politiche europee.
Intanto la consulta degli studenti, lavorando coerentemente come organo di rappresentanza degli studenti e non come mezzo per far fare carriera a rampolli della politica, ha sostenuto le giuste lotte esprimendo posizioni, da portare anche al prossimo consiglio nazionale dei presidenti di consulta, e raccogliendo per la prima volta l’opinione degli studenti tramite una grande opera d’inchiesta.
Da questi incontri istituzionali possiamo trarre un insegnamento: solo la lotta paga e porta conquiste. La migliore risposta all’arroganza di questo governo è l’avanzamento delle posizioni di rottura contro questo sistema educativo, basato sugli interessi delle aziende e non sui reali bisogni degli studenti e delle loro aspirazioni.
*Vice presidente CPS Torino e Coordinatore della commissione diritto allo studio/trasporti nella CPS di Torino