La Consulta provinciale degli studenti di Torino ha votato all’unanimità una risoluzione contro la riforma dell’alternanza scuola-lavoro del governo PD-5Stelle. Una riforma con cui gli stage – introdotti nel 2015 con la “Buona Scuola” di Renzi – cambiano faccia, ma in peggio. Se fino all’anno scorso gli studenti erano costretti a lavorare gratis e senza diritti per portare a termine il monte ore richiesto, oggi la situazione non fa altro che peggiorare.
Con questo decreto ministeriale, scritto dal precedente governo Lega-M5S ma approvato a ottobre dall’ex-ministro Fioramonti (M5S), si stabilisce la cancellazione di qualsiasi forma di monte ore annuale massimo in stage, conferendo maggiori poteri alle aziende e legando ancora maggiormente le scuole ai privati. Una riforma oggetto delle contestazioni degli studenti, che lo scorso 8 novembre sono scesi in piazza rivendicandone il ritiro immediato.
La battaglia degli studenti ora arriva anche negli organismi di rappresentanza, che iniziano a prendere una posizione netta e di rottura con il Governo. A Torino lo scorso 17 dicembre si è votato all’unanimità una risoluzione che chiede il ritiro di questa riforma mettendone in luce il carattere peggiorativo.
«Serve un modello di scuola-lavoro completamente diverso» dichiara Pietro Mazzucco, Presidente della Consulta studentesca di Torino «chiediamo il ritiro di questa riforma perché va a peggiorare ulteriormente la condizione degli studenti in stage. Basta lavoro gratuito per gli interessi delle aziende, vogliamo diritti e tutele sanciti e riconosciuti a livello nazionale»
La Consulta di Torino oltre a schierarsi sul tema della scuola-lavoro ha anche espresso una posizione sul tema dell’edilizia scolastica, a qualche giorno dalla visita dell’allora ministro Fioramonti a Torino per l’anniversario della morte di Vito Scafidi, lo studente morto nel 2008 per il crollo del controsoffitto al liceo Darwin di Rivoli.
«Siamo stufi di passerelle ministeriali e tante parole sulla condizione delle scuole mentre si continua a tagliare sulla sicurezza degli edifici» continua Mazzucco « la soluzione non può essere quella proposta da Fioramonti, ovvero dare le scuole in gestione ai privati. Rivendichiamo un piano nazionale per l’edilizia scolastica, basta scuole che cadono a pezzi.»