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«I miei colleghi in hotel tutti licenziati». Chi sta pagando davvero l’emergenza?

“Il modello Firenze funziona e deve essere d’esempio per tante altre città!” Parole ripetute in continuazione dal sindaco Nardella sull’ottima funzionalità del capoluogo toscano, ma che trovano molteplici contraddizioni, soprattutto in un periodo di emergenza come quello vissuto in questo momento.

Una città che basa la maggior parte, per non dire la totalità del proprio bilancio sul turismo, una città che negli anni è sempre più diventata una vetrina per magnati che volevano costruire il nuovo hotel di lusso, una città svuotata di cittadini e di abitanti, costretti a spostarsi in periferia in un momento come questo, crolla a picco, e purtroppo, come sempre, a rimetterci saranno i lavoratori, che si troveranno ancora una volta oppressi dalla situazione.

Lo sa bene Fabrizio (nome di fantasia), ragazzo di 21 anni che lavora come receptionist in un famoso hotel del centro storico di Firenze, assunto inizialmente con un contratto part-time da apprendista per pagarsi l’università , è stato costretto con il tempo a lasciare gli studi per lavorare full-time in hotel, adeguandosi ad ogni turno richiesto.

L’hotel è vuoto, fino a qualche giorno fa almeno 3 o 4 camere erano occupate da ferrovieri , ma adesso che hanno ridotto i treni, nemmeno più quelle; ma i padroni per adesso non ne vogliono sapere di chiudere. Io sono l’unico che non è stato messo in ferie forzate perché sono quello che per ora gli conviene di più avendo un contratto da apprendista, lavorando più di 40 h la settimana, facendo anche turni di notte , che in realtà da contratto non potrei neanche fare. Per la prossima settimana mi hanno detto di fare solo 32 h , non so se quelle 8h mancanti non mi verranno pagate o mi saranno detratte dalle ferie”.

Mi sento quasi fortunato”, spiega però Fabrizio, raccontando che gli altri lavoratori del ristorante sono stati tutti licenziati la sera prima dell’uscita del decreto. Proprio lo stesso Fabrizio è stato inviato a spedire le lettere di licenziamento alle 18:45 di sera dal padrone dell’hotel, che ha esplicitamente affermato di voler “fare in tempo” per evitare complicazioni con l’uscita del nuovo decreto che inseriva delle tutele per i lavoratori rendendone difficile il licenziamento.

Per adesso il gioco del padrone non è andato in porto al 100%, poiché i lavoratori non sono stati licenziati ma sono finiti in cassa integrazione con l’80% dello stipendio, in quanto il decreto ha coperto anche i licenziamenti precedenti a esso di qualche giorno.

La sfacciataggine dei padroni non si è fermata al tentato licenziamento di quei lavoratori, ma le prime parole che sono state pronunciate nei confronti del ragazzo appena rientrato dalla commissione sono state: “Guarda che anche tu hai le mani sporche come noi, dopo quello che hai fatto”.

 “Queste parole hanno scaturito in me un grande senso di angoscia, colpevolezza come se io avessi veramente preso parte a questo comportamento vergognoso attuato dai padroni, che in un momento di crisi, non ci hanno pensato 2 volte a lasciare a casa da un momento all’altro persone, perché tutto ciò che gli interessava era non dover pagare la cassa integrazione a quei lavoratori e togliersi il peso il prima possibile!

La storia e la paura di Fabrizio non riguarda l’oggi, l’adesso. Oggi Fabrizio chiarisce di avere a disposizione guanti, mascherina e igienizzanti vari, considerando anche che l’hotel è vuoto. La sua preoccupazione riguarda il domani : “ho paura! Ho paura, perché ci è stato detto che l’azienda un domani dovrà fare i conti con questa situazione e tirarne le somme. Ho paura perché a fare fuori me ci mettono mezzo secondo, io sono stato quello che adesso gli ha fatto più comodo perché costavo meno, ma un domani quando non avranno più bisogno di me sarò il primo ad essere fatto fuori, senza scrupoli, come hanno fatto con i miei colleghi”.

Senso di precarietà ed incertezza avvolgono la testimonianza di Fabrizio. Anche sua madre, che lavora in un bar del centro, è stata messa in cassa integrazione senza sapere niente sul da farsi. Le prenotazioni da qui a Settembre sono pari a zero e non sa cosa ne sarà di lui. Essendo il più giovane vive con il timore che, passata questa epidemia, sarà il primo a essere licenziato.

La testimonianza conferma come, anche al fronte di una situazione del genere, i padroni non hanno nessuna paura di continuare a sporcarsi le mani pur di salvaguardare i propri interessi, e come dietro la retorica del governo che afferma “nessun cittadino, nessun lavoratore sarà lasciato da solo” si celi un vero e proprio massacro sociale che in tutta Italia sarà pagato ad un prezzo carissimo da centinaia di migliaia di lavoratori.

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