Un altro (annunciato) disastroso incidente sul lavoro ha interessato il Veneto, che nella prossima settimana si appresta ad entrare nella fase 3 della pandemia. E avviene negli stessi giorni in cui si ricorda in Veneto il grave incidente del maggio 2018, quello nello stabilimento padovano del colosso Acciaierie Venete, dove una colata di metallo a 1.350°C era rovinata su quattro operai, uccidendone due nei mesi successivi.[1]
A Porto Marghera, cioè quelle terre fatte emergere artificialmente dalla Laguna di Venezia, ben più estese del centro storico conosciuto come “Venezia”, un serbatoio dello stabilimento petrolchimico della 3V Sigma, una delle circa cento aziende SEVESO del posto,[2] è esploso, andando a fuoco e causando la distruzione di quasi l’intera linea produttiva, cioè di 12.000 mq. Il bilancio più significativo è quello invece dello sprigionamento di una nube tossica, che ha interessato il solo sito secondo l’agenzia regionale per la protezione ambientale, l’intossicazione di quattro lavoratori e il ferimento – per ora – di due, di cui il più grave, un giovane ricoverato a Padova al Centro grandi ustionati.
La 3V Sigma è un’azienda bergamasca dal fatturato di circa € 70 milioni (anno 2018) proprietaria di due stabilimenti in Lombardia, di quello di Marghera e di uno negli Stati Uniti. Sono tre i suoi rami d’azienda, quello chimico per l’industria tessile, quello meccanico per le industrie chimiche e farmaceutiche e quello “ambientale” delle acque reflue. È già conosciuta per i suoi trascorsi di voluta noncuranza delle norme di sicurezza sul posto di lavoro, come a Bergamo nel 2010 quando un operaio di una ditta in appalto era precipitato da otto metri d’altezza, completamente sprovvisto dei mezzi di protezione ed era poi morto.[3] L’anno scorso, sia a Bergamo che a Marghera, i sindacati avevano indetto alcune ore di sciopero lamentando le negligenze dei padroni. Solo due mesi fa invece, i sindacati dello stabilimento veneziano dopo aver depositato un esposto in prefettura, vista la mancanza di una linea antincendio, si erano visti una denuncia per diffamazione da parte dell’azienda. Infine, secondo un atto parlamentare prodotto nella passata legislatura,[4] è pendente un’azione di risarcimento per danno ambientale a favore del Ministero dell’Ambiente e a carico dell’azienda per le mancate bonifiche a Marghera.
La zona non è certamente nuova ad episodi di gravità simile. Pensiamo alle morti dei lavoratori per tumore della Montedison riconosciute e non dalla giustizia italiana, oppure diversi chilometri più ad ovest, nei comuni del vicentino, veronese e padovano interessati dalla vicenda dei PFAS, attualmente l’inquinamento di queste sostanze più grave al mondo, dovuti alle operazioni della MitEni (nome composto dalle multinazionali Mitsubishi ed Eni) di Trissino (Vicenza). Proprio in questo caso, il costante monitoraggio degli organi di controllo della Regione Veneto, ha svelato come l’incidenza di mortalità per alcuni tumori è ben più marcato nei lavoratori dell’azienda ora fallita che non in quelli delle zone limitrofe.[5]
Attualmente non si conosce la reazione della Giunta della Regione Veneto guidata dal leghista Luca Zaia, ma noi comunisti possiamo immaginarla. L’anno scorso infatti la Regione aveva riposizionato € 11 mln dei fondi speciali per Venezia per alcuni interventi di bonifica quali il risanamento del sito della C&C di Pernumia (Padova), dove l’omonima azienda nei primi anni 2000 aveva stoccato illegalmente 43.500 TN di rifiuti pericolosi, ancora presenti, e per l’inquinamento da cromo esavalente della falda dell’Alta Padovana, da parte della Tricom Galvanica.[6] In altre parole le scelte criminogene dei padroni sono state pagate dai lavoratori, sebbene, conti alla mano, le aziende avrebbero potuto di tasca loro coprire queste spese. Recentemente, durante l’attuale pandemia di Covid-19, la Regione ha stilato un documento sulla prevenzione nei luoghi di lavoro non sanitari[7] dove viene espressamente richiesto di non seguire l’aggiornamento del Documento di Valutazione dei Rischi riguardante il nuovo virus, il testo che ogni azienda deve seguire per gli standard di sicurezza sul lavoro.
Sull’evento della 3V Sigma di Porto Marghera si è espresso il Fronte della Gioventù Comunista (FGC) di Venezia e Mestre: «La retorica del ritorno alla normalità sta invece mostrando che proprio la “normalità” è il problema. Esprimiamo vicinanza ai famigliari degli operai coinvolti nell’esplosione e diamo il nostro supporto a qualsiasi forma di lotta che i lavoratori vogliano intraprendere».
«Allo strapotere delle grandi aziende del territorio veneto, al sostegno che la Regione e lo Stato stanno già garantendo a questi soggetti, e al loro disinteresse verso le norme di messa in sicurezza dei lavoratori dal virus, si aggiungerà presto una crisi economica di portata epocale, e il loro piano è di farla pagare interamente ai lavoratori e alle classi popolari» – aggiungono poi i militanti del FGC – «Rinnoviamo anche in questa occasione il nostro appello per la costruzione di un fronte unico di classe, rivolto a tutti i lavoratori, ai sindacati che rifiutano la logica della concertazione e della pace sociale. I padroni si organizzano già per farci pagare la crisi, e non possiamo permettere che chi sostiene un modello di sviluppo malato e fondato sullo sfruttamento esca di nuovo vittorioso».
[1] Vedi post Facebook del Fronte della Gioventù Padova del 6 giugno 2018 https://bit.ly/2WAiQSI
[2] Lo stabilimento corrisponde ai due perimetri n. 856 secondo la mappa prodotta dalla Regione Veneto, aggiornata al 2017, che segnala le ditte SIN (Siti di interesse nazionale) presenti di fronte alla laguna. http://sistemavenezia.regione.veneto.it/sites/default/files/documents/02_Siti%20Contaminati/SIN/2017/DITTE_NEL_SIN.pdf
[3] Anonimo, (2010) Operaio cade da 8 metri in capannone della 3v Sigma di Bergamo, “Adnkronos” http://www1.adnkronos.com/IGN/Regioni/Lombardia/Operaio-cade-da-8-metri-in-capannone-della-3v-Sigma-di-Bergamo_311100383964.html
[4] Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, Relazione Commissione rifiuti sulle bonifiche nei siti di interesse nazionale, Documento XXIII, n. 50, parte LXXVIII, p. 1235. http://documenti.camera.it/apps/nuovosito/Documenti/DocumentiParlamentari/parser.asp?idLegislatura=17&categoria=023&tipologiaDoc=documento&numero=050&doc=pdfel
[5] Sarto, F., (2019) Gli operai della Miteni muoiono di più per alcuni tumori, “PFAS.land”, 10 ottobre 2019. https://bit.ly/2y5QFBZ
[6] Anonimo, Bonifica e tutela ambientale, 5 milioni di euro per il risanamento dell’ex C&C di Pernumia„ Ex Galvanica-PM, “PadovaOggi”, 30luglio 2019. http://www.padovaoggi.it/politica/sviluppo-economico-bonifica-tutela-ambientale-pernumia-30-luglio-2019.html
[7] Nuovo coronavirus(SARS-CoV-2) Indicazioni operative per la tutela della salute negli ambienti di lavoro non sanitari, versione dell’11.04.2020. https://www.aulss8.veneto.it/allegati/9754-COVID-19_Ambienti_di_lavoro_non_sanitari_06_del_13.03.2020.pdf