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Un grande corteo operaio per Adil

In migliaia in piazza a Roma per Adil Belakhdim, coordinatore del Si Cobas Novara travolto e ucciso da un camion che ha forzato il picchetto al Lidl di Biandrate (NO), durante lo sciopero nazionale della logistica. Un grande corteo contro lo sblocco dei licenziamenti, la repressione antioperaia e antisindacale, le azioni squadristiche contro i lavoratori in lotta. “Padroni – Governo – Confindustria. I mandanti siete voi, Adil vive!”, si legge sullo striscione di testa portato dai lavoratori del Si Cobas.

“Siamo tutti provati perché Adil era un coordinatore nazionale, un lavoratore. Adil è stato ammazzato da un camionista, ma i mandanti sono coloro i quali stanno alimentando un clima di tensione tra i lavoratori. I veri mandanti sono Confindustria e i padroni, che oltre a mandare guardie private e spesso anche con l’utilizzo della polizia, non danno risposte concrete alle rivendicazioni dei lavoratori, ovvero, rispetto dei contratto, rispetto degli orari di lavoro”, ha dichiarato ai microfoni di Fanpage.it Edoardo Sorge del Si Cobas.

In piazza centinaia di giovani, nello spezzone del Fronte della Gioventù Comunista, dietro lo slogan “Per Adil, ucciso mentre lottava / Sciopero generale”. «Sindacalisti uccisi, squadre armate, ingaggiate dalle aziende per pestare chi sciopera. Sembrano gli anni ’20 di un altro secolo ma è l’Italia di oggi» ha dichiarato in piazza Lorenzo Lang, Segretario nazionale del FGC «Tutto questo non sta succedendo per caso. A due settimane dallo sblocco di migliaia di licenziamenti stanno mandando un messaggio chiaro a chi oserà alzare la testa. Il governo e la Confindustria portano la responsabilità politica del clima instaurato nei luoghi di lavoro. Vogliono una ripresa sulla pelle dei lavoratori e degli strati popolari, ma non li lasceremo agire indisturbati. Dai lavoratori, da questa piazza parta la riscossa, ora serve una grande sciopero generale. L’opposizione a questo governo sono i lavoratori».

Una manifestazione che ha unito la voce di lavoratori delle vertenze Texprint, TNT-FedEx, operai di FCA (ora parte del colosso Stellantis), di studenti e disoccupati organizzati. La morte di Adil ha sicuramente risvegliato qualcosa nelle forze politiche e sindacali di classe, una spinta unitaria ha portata migliaia di persone in piazza dimostrando solidarietà militante ai compagni di Adil e per unirsi al cordoglio della famiglia. Sigle sindacali e politiche che finora difficilmente erano scese unitariamente in piazza, ieri erano insieme, spalla a spalla in corteo. Sicuramente questo è un dato importante, positivo nel contesto dell’arretratezza del movimento operaio degli ultimi anni.

Di fronte a questi avvenimenti la questione si pone da sé. I padroni hanno dimostrato con l’escalation di violenza antioperaia e antisindacale che quello di cui hanno davvero paura è la lotta organizzata della classe lavoratrice. Non vogliamo dare spazio a chi negli ultimi giorni ha deciso di fare il predicatore nel deserto, criticare, poi scrivere comunicati di solidarietà, per poi essere assente dai picchetti, dalle piazze, dai momenti di lotta. La questione che bisogna porre è la seguente. È davvero possibile che la solidarietà militante, che l’unità in piazza, possa arrivare solamente di fronte a un sindacalista ammazzato durante uno sciopero? È davvero possibile che solamente di fronte a un compagno ucciso riusciamo a comprendere che è necessario lottare uniti e organizzati? Questo significa che per continuare su questa strada dobbiamo aspettare un altro morto? O saremo capaci di superare ciascuno i propri limiti, di superare le varie pregiudiziali, di non lanciare appelli vuoti di significato?

Il fronte unico dei padroni colpisce ogni giorno, colpirà ancora di più con lo sblocco dei licenziamenti, con l’arrivo del Recovery Plan. Ora sta a noi rispondere: uniamo le lotte di studenti, lavoratori e disoccupati, coinvolgiamo tutti coloro che sono pronti a lottare, al di là delle sigle. Che la lotta venga organizzata non solo nelle piazze ma nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nelle università. Costruire un fronte unico di classe in grado di rispondere alle politiche del governo e dell’Unione Europea, in grado di rispondere ai padroni e alla Confindustria, a partire dall’unità e dal coordinamento delle lotte in tutti i luoghi di lavoro.

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