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26 luglio 1953, l’assalto alla Caserma Moncada: la storia li ha già assolti.

All’alba del 26 luglio 1953 un centinaio di uomini guidati da un ragazzo non ancora ventisettenne, Fidel Castro Ruz, assaltarono la Caserma Moncada, nella città di Santiago di Cuba.

Nonostante l’accurata preparazione dell’operazione la schiacciante superiorità del nemico e il migliore equipaggiamento determinò la sconfitta degli insorti contro il regime di Fulgencio Batista e dell’imperialismo USA. Molti vennero catturati immediatamente mentre un piccolo gruppo di diciannove uomini guidati da Fidel Castro riuscì a ritirarsi. Invece di disperdersi e fuggire si diresse in montagna per continuare la lotta.

“Non mi sarei consegnato né arreso, neanche camuffato, niente del genere: non aveva senso, e non perché mi avrebbero ucciso, ma perché l’idea della resa non rientrava nelle nostre concezioni” dirà Fidel Castro, parlando di quei giorni.

Il gruppo venne arrestato durante i rastrellamenti dell’esercito. Catturati e torturati, molti morirono ancor prima del processo. Pur segnando una temporanea sconfitta quest’episodio dimostrò l’invincibile risolutezza a lottare di quel gruppo di giovani che tre anni più avanti avrebbe portato all’inizio della Rivoluzione Cubana.  La determinazione con cui quei giovani affrontarono le torture e il carcere pose le basi del successo della guerra rivoluzionaria degli anni seguenti. L’organizzazione che organizzò e poi condusse la vittoriosa insurrezione assunse il nome di “Movimento 26 Luglio”, in memoria di chi perse la vita quel giorno ma anche in continuità con gli insegnamenti tratti da quell’evento, punto di partenza teorico militare per l’elaborazione della strategia futura.

Una volta arrestato, Fidel Castro pronunciò la famosa frase “la storia mi assolverà” davanti al tribunale che lo processava. Ad assolverlo sono le conquiste della Rivoluzione Cubana e della società socialista nata da essa. Ad assolverlo sono oggi i milioni di cubani che scendono in piazza per difendere il processo rivoluzionario nonostante le ingerenze imperialiste e i piani di destabilizzazione.

Dopo la Rivoluzione, il 26 luglio è stato riconosciuto festa nazionale con il nome di Día de la Rebeldía Nacional, per celebrare il giorno in cui l’avanguardia delle classi popolari cubane ha iniziato a lottare per costruirsi un futuro libero dall’imperialismo, dai grandi proprietari terrieri e dal capitale.

La storia del 26 luglio ricorda ai lavoratori di tutto il mondo che non esistono condizioni, per quanto difficili, dure e svantaggiose, che giustificano la resa di chi lotta per un futuro migliore.

 

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