di Giacomo Canetta
Per tutta la giornata di ieri (25/10) il porto del Pireo, principale snodo marittimo ellenico, è rimasto bloccato. Il motivo del fermo è lo sciopero organizzato dal PAME (Il Fronte Militante di Tutti i Lavoratori) e dai sindacati di categoria ad esso affiliati.
Lo sciopero era indirizzato contro le manovre del governo che sta tentando di indebolire le regolamentazioni in materia di contratti nel settore marittimo per “rendere più competitivo il settore”, garantendo procedure “più snelle” e “minori controlli” per quanto riguarda contratti di lavoro e contratti tra aziende di navigazione.
I sindacati che hanno indetto la manifestazione, hanno portato alla luce le istanze dei lavoratori, pretendendo il rinnovo e la corretta implementazione dei contratti collettivi nazionali, nonché un significativo aumento salariale. Queste richieste vengono soprattutto alla luce dell’impennata inflazionistica dei recenti mesi (al momento si parla del 12% rispetto all’anno scorso), nonché della generale e crescente incertezza, precarietà e povertà che grava sulle famiglie dei lavoratori greci.
In particolare è la gioventù greca che sta vedendo il proprio potere d’acquisto ridursi sempre più, con la stragrande maggioranza dei giovani ellenici che non riesce a pagare il proprio affitto o fatica ad arrivare a fine mese.
A tal proposito è curioso notare come l’economia greca nel complesso stia crescendo nell’ultimo anno più rapidamente di molte altre economie europee. In particolare il settore turistico ha visto un’esplosione significativa negli ultimi 12 mesi (è evidente il legame con la rimozione delle restrizioni covid). Proprio il turismo è un importante propulsore dell’industria navale greca. Ma non il solo, né il più importante.
L’industria ellenica del trasporto marittimo è infatti uno dei fondamentali pilastri dell’economia del paese, e rappresenta una quota sorprendentemente grande del commercio marittimo europeo e globale.
Nonostante il complessivo stato di crescita dell’economia greca, ed in particolare del trasporto marittimo del paese, assistiamo quindi ad un continuo attacco ai diritti e compressione dei salari per i lavoratori del settore. È proprio qui che si inserisce il secondo sciopero di grossa portata ad avere interessato il settore nel giro di un anno.
La protesta di ieri, inoltre, deve essere considerata come un’importante tappa all’interno del percorso di costruzione dello sciopero generale pan-ellenico del 9 novembre, che interesserà tutti i lavoratori del paese e cercherà di portare ad un livello generale le rivendicazioni della lotta contro il carovita e le politiche di guerra. Sullo stesso filo conduttore si pongono anche le giornate di lotta che si stanno sviluppando in Italia, attraverso momenti di mobilitazione che vedranno studenti, disoccupati, lavoratori e sindacati conflittuali, porsi come un fronte unico di opposizione alla gestione padronale della crisi, verso la costruzione dello sciopero generale del 2 dicembre.