Alcuni giorni fa, a Firenze, un lavoratore del servizio di trasporto pubblico è stato vittima di un grave atto repressivo a seguito di alcune critiche mosse all’azienda titolare dell’appalto, la francese AT BUS. Il lavoratore, tesserato col sindacato di COBAS, è stato infatti sanzionato venendo sospeso dal lavoro per 5 giorni per aver rilasciato pubblicamente alcune dichiarazioni che l’azienda non ha trovato, evidentemente, ammissibili. Un evento che mette a nudo la sempre minore agibilità democratica e sindacale che regna oggi nei luoghi di lavoro.
Abbiamo intervistato Antonio Morese, uno dei colleghi del lavoratore colpito dal provvedimento e delegato COBAS lavoro privato, per avere un quadro più chiaro della situazione.
1) Quali sono le critiche che sono state mosse ad AT BUS? E quali sono le criticità più comuni che riscontrate nel vostro settore lavorativo?
Partiamo da un presupposto. Da circa un anno Autolinee Toscane (parte della francese RATP) gestisce tutto il trasporto pubblico locale regionale su gomma, dopo aver acquisito tutte le aziende prima in essere. Da subito abbiamo avuto delle tensioni per dei problemi sulla qualità del lavoro e del servizio, che ovviamente incidono anche sull’utenza. Già precedentemente vivevamo sotto un’estrema frammentazione contrattuale, ma da un anno siamo in vertenza perché dal suo insediamento AT ha aggiunto un’ulteriore varietà di contratti, che hanno creato ancora più disparità sul piano salariale (con stipendi sempre più al ribasso) e su quello normativo. Ciò si è tradotto anche in un aumento dei carichi di lavoro, quindi in una crescente difficoltà nell’organizzazione dei propri turni di lavoro. L’azienda prova a trincerarsi dietro la mancanza di personale, ma nel farlo omette di dire che flotte di lavoratori decidono di lasciare il lavoro per via di carichi di lavoro insostenibili e paghe da fame. A seguito di questa frammentazione contrattuale, frutto anche degli accordi al ribasso stipulati dai sindacati confederali e concertativi, oggi la situazione è la seguente nello specifico. Uno stipendio base per un lavoratore di vecchia data si aggira sui 1200 euro, mentre per i neoassunti la cifra, a seconda delle varietà di contratto, è di circa 100 euro in più. Un aumento che però viene dato dopo aver aumentato i nastri di lavoro a 10 ore e mezza di fila, rispetto alle 7,25 del personale con vecchi contratti; a ciò si aggiunge poi la possibilità per l’azienda di imporre un turno di lavoro fino alle 16:30 del giorno, arrivando finanche a spostare eventualmente i giorni di riposo, ed impedendo a qualsiasi lavoratrice o lavoratore di organizzare la propria vita privata e familiare, dimostrando così una totale disorganizzazione gestionale. A ciò si sommano poi i tempi di percorrenza troppo stringenti rispetto alla disponibilità di mezzi e personale, che vanno a creare ritardi e corse saltate, ma anche un crescente stress sul luogo di lavoro. Addirittura tra di noi vi sono colleghi assunti con contratti interinali, formula abominevole rispetto alle responsabilità ed ai rischi sociali e civili connessi al nostro lavoro. Esattamente queste sono state le denunce portate dal nostro collega e delegato COBAS lavoro privato ad una tv fiorentina, nulla di diverso o di fantasioso rispetto a ciò che viviamo quotidianamente e nemmeno troppo dissimile da ciò che riportano alcune amministrazioni locali. La differenza però è che anche se il sindaco Nardella (PD) fa queste dichiarazioni, l’altro giorno poi era invitato al compleanno di AT BUS per stappare una bottiglia, mentre il nostro collega sindacalista è stato sospeso per 5 giorni dal lavoro. Per questo, ma non solo, domani giovedì 17 novembre saremo in presidio su Viale dei Mille presso il deposito autobus (ex deposito ATAF) per esprimere la nostra solidarietà al lavoratore toccato da questo provvedimento e contestare queste decisioni e questa gestione dell’azienda.
2) Il passaggio da gestione pubblica a privata del servizio di trasporti ha avuto degli effetti sulle condizioni lavorative dei dipendenti e in generale sulla funzionalità del servizio stesso?
E’ evidente che la svendita continua dei beni comuni ai privati sia sempre e comunque un danno per gli utenti, i contribuenti ed i lavoratori. Nel momento in cui un bene comune viene privatizzato, anche un bambino potrebbe capirne le conseguenze. Le aziende private acquisiscono questi servizi essenziali solo per fare utili -non certo per migliorarne la qualità- e così è stato anche per il servizio di trasporto pubblico locale, non solo in Toscana ma ovunque. Se l’unico obiettivo di chi gestisce questo servizio è quello di fare profitto, ovviamente ciò si traduce in disservizi, condizioni di lavoro stremanti e mancanza di investimenti produttivi.
A tal proposito è emblematico che, mentre il sindaco Nardella ammette strumentalmente ai media che forse è stato un errore privatizzare in blocco il servizio, il giorno dopo veniva votata la mozione per la multiutility, che comporterà un’ulteriore svendita dei beni comuni (come l’acqua), dando adito a nuove speculazioni dei privati senza per altro alcuna certezza sul costo di questi servizi. Questione tanto più grave considerato il crescente carovita a cui siamo sottoposti.
Proprio per questo, domani chiederemo un ritorno ad un trasporto pubblico integrale, adeguato alle necessità di utenti e lavoratori.
3) Giovedì 17 sarete presenti in presidio per protestare contro la sanzione disciplinare che è stata imposta ad un vostro collega per aver denunciato delle criticità relative alla gestione di Autolinee Toscane. In generale, quale grado di agibilità sindacale vi viene concessa dalla nuova gestione aziendale?
Parto col sottolineare che la sospensione del nostro collega è un atto di una gravità indicibile. La sua è una sospensione che pone un precedente pericoloso per tutti i delegati dei comitati di base e per tutti i lavoratori: un gesto intimidatorio, repressivo, tipico di una politica del tipo “colpirne 1 per ammaestrarne 100”.
Nell’ultimo anno abbiamo visto bene il timore dell’azienda verso qualsiasi possibile forma di aggregazione tra lavoratori e lavoratrici, basti pensare che uno dei primi atti della nuova gestione è stato proprio quello di chiudere la mensa comune, a dimostrazione di come l’obiettivo sia quello di disgregarci.
Dopo questo terribile esempio di repressione, però, la nostra rabbia ed agitazione sono solo state alimentate ulteriormente, dandoci motivo ulteriore di continuare a lavorare per costruire una maggior unità tra lavoratori e lavoratrici.
4) Il disservizio relativo ai trasporti è un problema che colpisce tutti, in particolar modo gli universitari fuorisede, in quanto si somma all’emergenza abitativa in atto e alla carenza di alloggi. Giovedì porterete il vostro sostegno sotto il DSU Toscana agli studenti che denunceranno questa situazione e di seguito il Fronte della Gioventù Comunista (FGC) convergerà al vostro fianco davanti alla sede AT BUS per esprimervi la massima solidarietà. Quanto pensi sia importante l’unità di lotta tra studenti e lavoratori?
La necessità di far convergere varie realtà di lotta è fondamentale, ed il fatto che domani al nostro presidio saranno presenti anche lavoratori di altri settori, utenti, comitati, collettivi ed organizzazioni varie ci dà speranza. In particolare se pensiamo agli studenti universitari, i problemi che ho elencato sopra influenzano totalmente la loro vita, basti citare i ritardi mostruosi che questa gestione provoca quotidianamente, ma soprattutto gli aumenti dei costi degli abbonamenti e le difficoltà di collegamento fuori dall’area urbana, che costringono molte famiglie a dover fare anche più di un abbonamento. Nella stessa dinamica si inserisce anche il processo di svendita di varie strutture pubbliche fiorentine a fondi immobiliari che, nei prossimi anni, creeranno nuovi student hotel privati, nonostante la radicale mancanza di alloggi pubblici per studenti. E’ la dimostrazione che la svendita del servizio di trasporto pubblico non tocca solo i lavoratori, ma anche gli studenti, a cui si prevarica la possibilità di completare serenamente il loro percorso di studi: proprio per questo giovedì, in contemporanea al nostro presidio, manderemo una piccola delegazione in sostegno al sit-in del Fronte della Gioventù Comunista (FGC) presso la sede del DSU Toscana, mantenendo anche un collegamento telefonico dal presidio in Viale dei Mille per permettere anche a questa realtà di partecipare al dibattito a microfono aperto che si terrà.
Allo stesso modo pensiamo sia importante unire anche le lotte di quelle realtà ambientaliste che hanno denunciato come un servizio privatizzato sia incompatibile con la sostenibilità ambientale. Avere un maggior numero di mezzi per il trasporto pubblico locale significa diminuire i consumi individuali, che necessariamente aumentano quando un servizio essenziale come questo non viene garantito, costringendo lavoratori e studenti a prediligere mezzi di trasporto individuali. Per una giusta transizione ecologica incentivare il servizio pubblico locale deve essere basilare, ma ciò non può che passare da una sua ripubblicizzazione e da una sua gratuità totale, essendo già pagato dalla tassazione ordinaria.
Proprio per questo, e per l’importanza vitale che crediamo rivesta l’unità di lotta tra lavoratori e studenti, prenderemo anche parte alla manifestazione nazionale studentesca chiamata per il 18 novembre, e che a Firenze vedrà studenti medi ed universitari coinvolgere anche la realtà del Collettivo di Fabbrica GKN. I problemi di uno sono i problemi di tutti, per questo dobbiamo continuare a lottare e a fare pressioni per ripristinare delle condizioni idonee di vita per lavoratori, studenti, utenti e contribuenti.