Tra il 20 e il 22 gennaio, nei locali dell’Aula Parelli occupata dell’università di Torino, si è svolta la IV scuola nazionale di formazione politica del Fronte della Gioventù Comunista. Un’occasione fondamentale di approfondimento politico e teorico, che ha visto la partecipazione di decine di giovani militanti provenienti da ogni parte d’Italia. Il FGC, nei 10 anni dalla sua fondazione, ha sempre posto un’attenzione particolare alla formazione politica e ideologica dei propri militanti, al fine di formare una consapevole coscienza comunista in coloro che rappresenteranno i futuri quadri e dirigenti del partito rivoluzionario della classe operaia. Per adempiere a questo obiettivo è necessario rendere i militanti della nostra organizzazione pienamente consapevoli dell’importanza del ruolo della gioventù quale elemento di avanguardia nel processo di ricostruzione comunista nel nostro paese, educandoli alla lotta di classe così come la intendeva Lenin, cioè lotta politica a 360 gradi, da condurre contro la borghesia non solo sul piano economico e politico, ma anche su quello ideologico. Per fare questo è necessario rafforzare costantemente la nostra azione, opponendo al punto di vista e alle concezioni del mondo proprie della borghesia, che ogni giorno vengono inculcate all’interno della nostra classe con ogni mezzo possibile, dai banchi di scuola, ai giornali, alle televisioni, all’informazione online, il nostro punto di vista e le nostre concezioni del mondo, il punto di vista della classe operaia. Lotta ideologica e lotta politica, quindi, come direttrici innervate tra loro in maniera inscindibile e irrinunciabile per poter tornare ad assaltare il cielo.
La scuola è stata organizzata su 3 giorni, articolandosi in 6 moduli che hanno affrontato alcune questioni basilari ma irrinunciabili per la maturazione politica di un militante comunista: materialismo dialettico e materialismo storico come metodo di analisi proprio dell’organizzazione marxista-leninista, l’economia politica marxista; l’analisi marxista-leninista dell’imperialismo e dello Stato, il rapporto tra classe, sindacato e partito e gli sviluppi attuali interni al Movimento Comunista Internazionale, hanno rappresentato i temi affrontati durante la scuola quadri nazionale. Le varie lezioni si sono tradotte in relazioni approfondite, volte a fornire chiarificazioni su come calare nella prassi quotidiana una visione del mondo che è ancora viva e produttiva e che si dimostra tanto più attuale alla luce dell’ennesima crisi capitalistica e della tremenda guerra imperialista in Ucraina. Una lente di lettura complessiva del mondo dunque, ma anche un pensiero pratico comune tramite cui dare soluzione a questioni politiche e organizzative sempre più impellenti. La scuola ha visto, sulla base di questi presupposti, una partecipazione ricca e attiva, in cui la discussione collettiva ha portato alla luce dubbi e questioni figlie di sollecitazioni provenienti dalla quotidiana attività militante che il FGC svolge nelle scuole, nelle università, nei luoghi di lavoro e nei quartieri popolari. A margine del secondo giorno, inoltre, i presenti hanno anche celebrato il 102esimo anniversario della nascita del Partito Comunista d’Italia (PCd’I) di fronte a Casa Gramsci, sempre a Torino. Fuori dai momenti di formazione poi, la scuola è stata anche un’occasione di incontro, socialità e svago presso l’Aula Parelli.
Questo appuntamento si è svolto in accordo agli indirizzi espressi dal terzo congresso nazionale del Fronte della Gioventù comunista, svoltosi a Roma dal 9 al 12 giugno 2022, che ha visto coinvolti tutti i livelli dell’organizzazione nell’elaborazione e nella discussione della linea politica assunta, espressione e sintesi del lavoro dell’organizzazione negli anni. Una nuova generazione di giovani comunisti in questi anni si è resa protagonista e motore propulsivo nelle lotte, fianco a fianco con gli studenti, con i lavoratori, nei contesti di maggiore oppressione e sfruttamento che questo sistema produce. Le sfide poste dalla complessità della fase attuale, dalla guerra imperialista in Ucraina, all’attacco frontale alle condizioni di vita dei lavoratori e degli studenti, dall’ondata repressiva contro le principali avanguardie di lotta del paese, impongono la necessità di un continuo sforzo politico ed organizzativo nel porre la centralità sulla necessità della ricostruzione del soggetto politico della classe operaia, nella ricostruzione del partito comunista quale elemento irrinunciabile per la costituzione del proletariato in classe, consapevole del proprio ruolo storico rivoluzionario ed in grado di mettere in discussione l’egemonia politica ed ideologica della borghesia sull’intera società.
Affinché questo sia possibile, affinché la classe operaia possa sviluppare un livello di coscienza di classe in sé e per sé fino al punto di vista della presa del potere, è necessario che l’organizzazione politica si doti di una teoria e di una prassi rivoluzionaria che sia centralizzata, omogenea, diffusa e assimilata all’interno di ogni livello dell’organizzazione e che abbia in primo luogo nel proprio gruppo dirigente e nei propria quadri politici, per citare Gramsci, “il campo impenetrabile dal nemico”, ma che sia diffusa e assimilata a ogni livello dell’organizzazione. Con la scuola quadri si è cercato quindi di tradurre questo patrimonio di analisi in uno sforzo di sintesi, necessaria e irrinunciabile, di teoria e prassi, conciliate alla luce delle contraddizioni reali dell’odierno sistema capitalistico e così della necessità di rispondervi sul campo, nel fuoco della lotta.
Il marxismo-leninismo è, in questo senso, la guida viva per l’azione rivoluzionaria della nostra organizzazione, che si sostanzia tanto in uno strumento di analisi del mondo, quanto in un metodo per la sua trasformazione rivoluzionaria. Non un dogma religioso, non una selezione di “testi sacri” da imparare e ripetere a memoria, ma un patrimonio immenso di elaborazione teorica e pratica, che ha guidato per decenni la lotta rivoluzionaria del proletariato e che oggi ci fornisce gli strumenti, la cosiddetta “cassetta degli attrezzi”, per porre su solide basi la nostra azione rivoluzionaria.
La teoria rivoluzionaria, infatti, non può e non deve essere concepita come fine a se stessa, immutabile e applicabile meccanicamente in blocco alle condizioni odierne ed è per questo che necessita di una continua opera di studio, approfondimento, creatività da parte nostra affinché il marxismo-leninismo possa ancora oggi e nelle attuali condizioni di sviluppo della lotta di classe, rappresentare la guida per l’azione delle nuove leve rivoluzionarie. Attualizzare però non deve significare revisionare, cioè mettere in discussione, o peggio ancora rinnegare apertamente, i principi ideali su cui la nostra teoria e la nostra passi politica si basano. Questo è un errore in cui in molti comunisti sono ricaduti negli anni, finendo per disarmare la classe operaia degli strumenti per condurre la propria azione politica proprio nel momento in cui maggiore era il bisogno di saldezza di principi ai fini di un’unità d’azione coerente.
Forti di una nuova consapevolezza politica e di strumenti più saldi per analizzare la complessità del reale, i giovani comunisti escono da questo appuntamento ancora più pronti a lottare per cambiare l’esistente, per la causa del socialismo-comunismo, fianco a fianco con lavoratori e disoccupati in ogni contesto, ed animati dal più sincero spirito internazionalista.