Home / Idee e lotta / Torino: la polizia carica i manifestanti. Ma in tutta Italia il 25 aprile è della gioventù che lotta e dice no alla guerra
24-torino-cariche

Torino: la polizia carica i manifestanti. Ma in tutta Italia il 25 aprile è della gioventù che lotta e dice no alla guerra

Ieri sera, in occasione della tradizionale manifestazione per l’anniversario dell’insurrezione di Torino contro i nazifascisti, la Polizia di Stato ha caricato lo spezzone sceso in piazza dietro allo slogan «PARTIGIANI DELLA PACE», organizzato dal Fronte della Gioventù Comunista (FGC), da varie sigle studentesche, realtà sociali e sindacali. L’azione delle forze dell’ordine, avvenuta nella centralissima Piazza Castello, luogo del comizio finale, ha messo in pericolo centinaia di persone, tra cui famiglie con bambini e persone anziane.

Quanto accaduto merita ulteriori riflessioni. Fin da subito, lo spezzone di studenti e lavoratori che ha contestato la presenza di bandiere NATO è stato etichettato come “putiniano” da chi oggi vorrebbe un intervento diretto dell’Alleanza Atlantica contro la Russia. Nulla di più falso, come conferma l’impegno per la fine del conflitto delle realtà che componevano tale spezzone, come testimonia l’assemblea convocata per l’11 giugno a Milano, dietro le parole d’ordine di «Rilanciare l’iniziativa di classe e internazionalista contro la guerra imperialista in Ucraina». Anzi, dal palco lo spezzone dei “partigiani della pace” ha parlato chiaro: per porre fine al massacro in atto in Ucraina, iniziato con l’invasione russa del paese, per difendere i popoli ucraino e russo, l’impegno di chi vuole fermare questa carneficina in nome del capitale deve concentrarsi contro i piani della NATO, lottando affinché il governo italiano interrompa l’invio di armi e tecnologie belliche, organizzando un’opposizione di classe a chi vorrebbe inviare militari italiani a combattere in Ucraina.

È naturale che la contestazione si rivolga contro la NATO, alleanza militare imperialista nata per tutelare gli interessi dei grandi monopoli europei e nordamericani, oggi fautrice delle tensioni inter-imperialistiche sempre più aspre, dall’Europa orientale (con la Federazione Russa) all’Asia orientale (con la Repubblica Popolare Cinese). Sostenere la NATO significa andare in conflitto con gli ideali internazionalisti del movimento partigiano, gli stessi ideali che portarono il movimento dei “partigiani della pace” a organizzare nel 1949 il Congresso mondiale per la pace a Parigi, con la partecipazione di più di 2000 delegati, molti dei quali in prima fila nei movimenti di Resistenza nell’Europa occupata dal nazifascismo.

Esiste, oggi come nel 1945 e con evidenti differenze, un “antifascismo dei fascisti”, ovvero un antifascismo di coloro che utilizzano l’immaginario della Resistenza per tutelare gli interessi delle stesse classi dominanti che finanziarono e sostennero in tutti modi il regime di Mussolini e che, con la caduta del fascismo, si adoperarono affinché gli elementi più progressisti della Costituzione restassero lettera morta. Tra queste fila ci sono oggi coloro che utilizzano l’antifascismo come spauracchio elettorale – dopo aver sdoganato in tutti i modi la destra nazionalista, con la quale condividono in primis la necessità di reprimere chi lotta – oppure come etichetta morale con cui giustificare l’intervento militare in Ucraina, così da tutelare gli interessi della Confindustria sulla ricostruzione postbellica.

La piazza di Torino, “Bella ciao” cantata da migliaia di persone, gli applausi agli interventi contro la guerra in Ucraina e la partecipazione italiana al conflitto imperialista, dicono una cosa molto chiara: in Italia ci sono tante persone contrarie alla retorica guerrafondaia che domina nell’arco parlamentare, che esprimono la loro contrarietà alla guerra onorando la lotta partigiana per un mondo di libertà, potere popolare, giustizia sociale e fratellanza fra i popoli.

L’Italia di oggi non rispecchia gli ideali che mossero l’incredibile esperienza della resistenza verso la liberazione dal nazifascismo. I centinaia di giovani che hanno riempito le piazze in tutto il paese dietro lo slogan di “partigiani della pace” lanciano un segnale chiaro: si può tenere alta la bandiera della Resistenza, si può organizzare un forte e radicato movimento contro la guerra, partendo dai luoghi di studio e di lavoro, coinvolgendo più persone possibili.

partigiani-della-pace-25

25-milano

25-to-primo

25-roma

Commenti Facebook

About Redazione Senza Tregua

Giornale ufficiale del Fronte della Gioventù Comunista

Check Also

ponte-sullo-stretto

Ponte sullo Stretto e grandi opere: facciamo il punto

A cura dei compagni dell’Università degli Studi di Catania Con l’insediamento al Governo del nuovo …