La critica del Papa non parte dalla natura dei rapporti sociali. Non condanna il capitale in quanto tale, ma i suoi eccessi. Non vede nei rapporti di classe e nella divisione del lavoro le origini della crisi attuale, della disuguaglianza e dello sfruttamento, ma individua questa origine nel «peccato» ossia nella rottura della «armonia tra il Creatore, l’umanità e tutto il creato» distrutta, secondo l’analisi del Papa «per avere noi preteso di prendere il posto di Dio». E non a caso la soluzione prospettata non è quella del rovesciamento dello stato di cose presente, del combattere l’ingiustizia sul terreno materiale …
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