A qualche giorno dalle dichiarazioni di Conte, che sbandierava la chiusura immediata delle attività non necessarie ad eccezione di alcune non precisate “produzioni rilevanti per l’economia nazionale”, e a seguito della lettera inviata al Governo da Confindustria, abbiamo avuto la conferma che il profitto rimane la priorità indiscutibile anche in casi di emergenza come questo. Infatti, leggendo con più attenzione il DPCM del 22 marzo, emergono tante scappatoie che di fatto lasciano piena discrezionalità ai padroni nel decidere se proseguire o stoppare la produzione. Abbiamo ricevuto la testimonianza di Giovanni (nome fittizio), operaio di una nota multinazionale che opera nell’area …
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