*di Mattia Greco Alla ribalta della cronaca nazionale tornano gli immigrati della piana di Gioia Tauro. Qualche anno fa, in maniera molto confusa, i media nazionali si occuparono delle rivolte di quel proletariato africano che trascorreva le stagioni tra i campi per una manciata di euro al giorno. La scorsa settimana, un bracciante malese di nome Sekine Traorè è stato ucciso. Raggiunto da un colpo di pistola sparato da un militare, Antonio Catalano. Si parla – come sempre – di legittima difesa. Traorè “era un pazzo”, “era ubriaco”, “stava aggredendo altri immigrati” nella tendopoli dove vivono ai confini della dignità …
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